28 Domenica 6^ di Pasqua (Oltre il tempio) rif. al 09/05/10

                                  Sesta Domenica di Pasqua 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,23-29)

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

                                     Oltre il tempio

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo ,amici tutti. Nella riflessione sulla Sacra Scrittura che ci viene proposta oggi dalla catechesi liturgica , vorrei proprio partire dai ricchissimi simbolismi della seconda lettura che è un brano “apocalittico” perché tratto dal libro dell’Apocalisse. In realtà , apocalittico vuol significare brano “rivelatore”, un brano che ci mostra molto di più di quello che dice presentandoci , sotto le apparenze simboliche, delle verità molto più profonde. Ci viene presentata la Gerusalemme “celestiale” , che è qualcosa di assolutamente nuovo in rapporto con l’antico , ed è scelto precisamente perché stiamo vivendo la novità della nuova creazione , della Pasqua di Cristo che ha dato inizio ad un “Mondo Nuovo” , ad una nuova maniera di essere. Gerusalemme è chiamata la “Santa città” perché viene da Dio . Ovviamente non bisogna intendere la città architettonicamente strutturata , fatta di strade ed edifici , si tratta di un simbolismo , di una figura. Infatti la fa discendere dal cielo e la fa luminosa perché viene da Dio che è la Luce . E’ una città che indica un cambiamento perché, mentre sulle dodici porte di ingresso alla città vi sono i nomi delle dodici tribù di Israele , nei basamenti presenta il nome dei dodici apostoli.Questo è un passaggio dall’antico al nuovo , dall’antico Israele al nuovo Israele che si basa non più sulle tribù ma sull’azione dei dodici apostoli mandati da Cristo. E’ una “nuova comunità”  attraverso la quale Dio manifesta alcune cose diverse dalla comunità antica . Manifesta uno splendore fatto di  bontà e di amore divino  che pervade tutta questa nuova comunità , questa “Nuova Gerusalemme”. In questa nuova città (figura) ,in questa nuova comunità (realtà),ci sono caratteristiche diverse come dice Paolo (1Cor.12,12-18) “Cristo è come il corpo ,ognuno ha un suo ruolo” , ci sono sensibilità diverse , spiritualità diverse , servizi ed uffici diversi , ruoli diversi da portare avanti in questa comunità, ma tutti realizzati in un “Unico Spirito”. Questa comunità ha fatto un passo di perfezionamento dall’Israele antico , passando dai nomi delle dodici tribù sulle porte, ai nomi dei dodici apostoli sul basamento che struttura la nuova città. Questa raffigurazione  segna il passaggio dall’Antico al Nuovo Testamento , dalle tribù, all’azione apostolica dei discepoli di Cristo. E’ una comunità nuova in un processo di perfezionamento , non più illuminata dalla luce della luna e del sole , ma direttamente dalla Luce di Dio la cui lampada è l’Agnello, ossia Cristo-Vittima che è la Luce della nuova comunità : “Io sono la Luce Nuova che è venuta nel mondo” ; “Così brilli  la vostra luce nel mondo,perché tutti vedano le vostre opere buone”.Inoltre in questa città non c’e il tempio. E qui è necessario concentrare la nostra riflessione. Il tempio, per le città, era considerato la dimora di Dio. Anche  noi , quando veniamo in chiesa , la consideriamo la Casa del Signore . Fratelli e sorelle , Dio è in tutte le parti , non solo in questa Casa. Questi templi sono strutturati per le nostre necessità. “In questa nuova comunità non c’è tempio” perché nella nuova comunità perfetta, c’è la presenza diretta del Dio onnipotente e dell’Agnello.Nella nuova comunità di Cristo quindi c’è l’ Agnello, che è Cristo stesso,e con l’Agnello c’è la presenza del Padre onnipotente . Questa comunità tende alla perfezione in continuazione e per questo non ha più bisogno del tempio. La prima lettura ci dice che questa progressività nel perfezionamento ha degli ostacoli ed il primo di essi è stato l’ostacolo dei “giudeizzanti”; questo è un fatto storico.Gli ebrei che si convertivano al cristianesimo , avevano fatto prima tutte le esperienze dell’ ebraismo:  la circoncisione , i digiuni e tutte le osservanze della legge mosaica, per poi passare ad osservare i comandamenti di Gesù.Quando però cominciarono ad entrare nel cristianesimo anche i greci ed i romani , ossia i pagani, coloro che gli ebrei consideravano i goiim “cani randagi” , allora scattò l’orgoglio degli ebrei che dissero : “Non si può passare dal paganesimo al cristianesimo senza passare per la legge mosaica” . Paolo e Barnaba , che avevano predicato ai pagani (greci e romani) si ribellarono a quanto preteso dagli ebrei , ritenendo ciò non conforme allo spirito del cristianesimo . La controversia venne risolta con il cosidetto primo concilio di Gerusalemme. Fratelli e sorelle ,questi sono i “giudeizzanti” , la prima eresia che poneva difficoltà ai pagani ad entrare nel cristianesimo.  Un altro aspetto è quello della metodologia. Nel Vangelo Gesù , dicendo che questa comunità non aveva più bisogno di lampada , di luce , di tempio , realizzava ciò che aveva detto alla samaritana al bordo del pozzo : “Verrà un giorno in cui né su questo monte Garizim , ne sul monte Sion , adorerete Dio . Ma si adorerà Dio in Spirito e Verità”(Cfr.Giov.4,22-23). Questi sono i veri adoratori che Dio vuole . Qui , fratelli e sorelle possiamo trarre una infinità di conseguenze per la nostra vita pratica di tutti i giorni . Pensate un momento. Verrà un giorno in cui sparirà tutta la superstruttura ecclesiale ed ecclesiastica sulla quale noi abbiamo contato. Sparirà la gerarchia , sparirà la Bibbia, sparirà l’Eucarestia , sparirà la Santa Messa , i sacramenti , le catechesi , i movimenti religiosi , ordini e gruppi ecclesiali , tutto questo sparirà . Sparirà perché tutto questo è rappresentato nel tempio , ed il tempio è una superstruttura che non dice l’essenza della comunità . L’essenza della comunità è l’”Amore” che il Figlio ci comunica: ”Amatevi come io ho amato voi”(dice una antifona liturgica) e quest’”Amore” procede dal Padre e dal Figlio, perché è nientemeno che lo Spirito Santo.Allora tutte queste superstrutture : le parrocchie , le diocesi, i vescovi , il Papa , tutto sparirà ,sparirà la fede , sparirà la speranza  e rimarrà solo l’ “Amore”. Lo sostiene chiarissimamente Paolo nelle sue lettere . Fratelli e sorelle ! Questa è la meta , e questa è anche la metodologia che dobbiamo seguire . Tutto ciò che abbiamo a disposizione per perfezionare questa comunità di Cristo, rappresenta un mezzo che noi non dobbiamo per nulla assolutizzare . Non esiste una sola cosa  tra queste che durerà in eterno. Le bellissime cattedrali gotiche , le imponenti cattedrali barocche , le solide cattedrali romaniche sono state costruite in funzione del perfezionamento della comunità, ed anch’ esse spariranno. E’ tutto contingente e passerà , l’unica cosa che non passerà sarà l’”Amore”. Nel tuo percorso , negli anni che il Signore ti concede di vita e di prova, non commettere l’errore di assolutizzare le cose contingenti , nessuna , ne uomini ne cose.”Adorerai il Signore tuo Dio , a Lui solo servirai”(Luc.4,8). Tutti gli altri sono mezzi che dovremo utilizzare con intelligenza , in vista del fine da ottenere che è l’”Amore di Dio”, unica cosa che rimarrà per sempre. Fratelli e sorelle, l’importanza che questo ha è fondamentale per ognuno di noi. Facciamo allora un piccolo esame personale e poniamoci la domanda : cosa io assolutizzo nella mia vita ? Non parlo di degenerazioni , denaro ,sesso , potere , parlo delle cose sante , delle cose che io credo essere l’ultima parola come le preghiere , le devozioni . Queste non sono l’ultima parola , sono un mezzo , solo un mezzo per ottenere l’”Amore”, ossia la  fusione in Dio, che è l’unica cosa che rimarrà per sempre. Per questo, nel periodo pasquale, la liturgia ci presenta con l’”Apocalisse”, questa figura di una Gerusalemme celestiale che è in progressivo accrescimento verso la perfezione dell’amore in Dio. Una “comunità nuova” (la Gerusalemme celestiale) nella quale il Tempio di tutte le strutture e superstrutture sparirà, perché Dio sarà tutto in tutti. Così sia.

Ultimo aggiornamento ( venerd́ 07 maggio 2010 )