8 Maternità di Maria S.S. rif. al 01/01/09

Maternità divina di Maria Santissima Madre di Dio

 Dal vangelo secondo Luca  (Lc 2,16-21)

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
                         

  Maternità divina di Maria Santissima Madre di Dio 

Nel libro dei Numeri, Dio insegna a Mosè e ad Aronne la formula per benedire il popolo e così attirare su di esso i beni di Dio: “Il Signore rivolga a te il suo volto, ti guardi, ti protegga, ti sia propizio, ti conceda la pace”(Num. 6,22-27).  E la pace era in quei momenti il dono più grande per il popolo ebraico, perché in quei tempi vagava per il deserto del Sinai, marciando verso la terra promessa, trovando numerosi nemici sul suo cammino.A proposito: il libro dei Numeri si chiama così perché è il libro dell’anagrafe dove si classificavano i clan, le tribù, il numero di sacerdoti, di leviti, di appartenenti ad ogni gruppo sociale.Nella seconda lettura Paolo ai Galati rivela che nel tempo prestabilito, ossia, nella formula di Paolo, “nella pienezza dei tempi”, Dio manda suo Figlio a liberare dal peccato e  riappacificare l’uomo con Dio, liberandolo dal peccato. Con il suo sangue, di due popoli credenti ed atei, ne fece uno solo: da ebrei e pagani vennero i cristiani.Nel Vangelo ci si dice che passati otto giorni a Gesù fu imposto il nome di “Gesù”, in ebraico “Joshua” che vuol dire “Dio salva”; perciò Gesù è chiamato “Salvatore”. Ciò significa che Cristo è colui che riporta l’uomo, nemico di Dio a causa del peccato, a rapporti positivi, di pace con Dio stesso.Gesù è colui che tra l’uomo e Dio ristabilisce la pace. Gesù è la perfetta benedizione di “Jahweh”, suo Figlio, il principe della pace.Il vangelo conclude dicendo che Maria conservava profondamente nel suo cuore ciò che accadeva a suo Figlio e lo meditava in silenzio.Chiediamo a Maria di poter entrare anche noi nella profondità delle riflessioni da lei fatte su suo Figlio, sui fatti che accadevano intorno a Lui e le riflessioni che faceva riferendosi a sé stessa, perché gli avvenimenti che toccavano suo Figlio, indirettamente toccavano anche lei; si ritrovava così introdotta sempre più profondamente in un mistero che la superava.Il testo greco di Luca ( cfr. Luc. 2, 19-20) utilizza una formula verbale per parlare di questi avvenimenti e dice che Maria li “conservava e componeva in sé stessa”. Sùn-bàllusa è il verbo usato e indica una raccolta ordinata nel pensiero di Maria di tutto ciò che accadeva intorno a quel suo Figlio che da lei aveva assunto la completa natura umana: la parte corporea. E che il Padre, origine della vita, l’aveva vivificato con un’anima razionale, umana.Così, per l’azione dello Spirito Santo, Maria riusciva a percepire l’abissale profondità dei suoi rapporti con la Santissima Trinità, Figlia del Padre, Madre del Figlio e Sposa dello Spirito Santo.La sua maternità era veramente speciale in rapporto a quel suo Figlioletto che le gironzolava intorno, che lei aveva concepito, che aveva portato in gestazione per nove mesi, partorito, allattato, fatto crescere e che adesso stava curando perché diventasse un vero uomo. Questo perché suo Figlio vero uomo era anche vero Dio.Di qui la sua “maternità divina”.Quali idee avranno attraversato la mente e il cuore di Maria? Percepiva che in Gesù la natura di uomo e quella di Dio erano perfettamente riappacificate nell’unica Persona del Figlio del Padre Eterno che aveva portato la pace, divenendo così il principe della pace e per conseguenza, Lei, Madre di quel principe della pace era “Regina della pace”.Orbene, fratelli e sorelle, succede che in questo intreccio misterioso di sublimi rapporti fra Maria e suo figlio Gesù e con la Santissima Trinità entriamo anche noi. Come? Così: Gesù, il figlio di Maria, il rappacificatore tra Dio e gli uomini, il costruttore della pace tra tutti noi uomini, ci ha scelti nel Battesimo e in esso ha distrutto la struttura di peccato che ci legava fin dalla nascita impedendoci di essere in pace con Dio, di riavvicinarci a lui. Cristo ci fa rinascere nel Battesimo, strutturandoci come nuove creature simili a lui, perciò in maniera simile a lui siamo pure noi, figli di Maria, giacchè Lui è Figlio di Maria. Siamo misteriosamente uniti a Cristo mediante il Battesimo in forma strettissima come le membra del corpo alla testa. E così, Maria, la madre di tutti noi individualmente, è anche Madre della Chiesa, famiglia nella quale Gesù è il fratello maggiore. E perciò anche la similitudine con Cristo Gesù per il Battesimo che ci ha sommersi in Lui e che ci fa come Lui costruttori di pace, è una caratteristica basilare per essere cristiani.Così, fratelli e sorelle, a causa del nostro battesimo siamo stati inseriti in un organismo vivo del quale Cristo è il capo e noi siamo sue membra vive, sua famiglia spirituale nella quale il figlio di Maria  di Nazareth è capo e fa sì che spiritualmente siamo anche noi figli di Maria, madre di questa famiglia, perché è madre di Gesù e,come Cristo, fatti simili a lui, sempre nel Battesimo, abbiamo ricevuto il ruolo e la missione di costruire la pace nel mondo e tra di noi.Da questi principi basilari della rivelazione divina, in relazione all’incarnazione di Cristo e alla maternità divina di Maria, dobbiamo fondare la  nostra vera devozione a Maria. Sono queste verità rivelateci da Dio, più che gli aspetti taumaturgici delle cosiddette apparizioni che di queste verità sono la conseguenza, quelle che ci devono condurre al Cristo e nell’amore dello Spirito Santo al Padre eterno.La pace è un dono di Dio, come abbiamo visto, ma se si vuole la sua concreta realizzazione in noi questo dono con gli annessi e connessi deve essere liberamente accettato e sviluppato.Paolo VI, il 4 ottobre del 1955 supplicando i capi delle nazioni riunite all’ONU che deponessero le armi, poneva quattro pietre basilari per costruire la pace nel mondo, pietre che già aveva indicato Giovanni XXIII: amore, verità, giustizia, libertà. Però dobbiamo vedere con chiarezza che cosa hanno risposto al Papa quei capi delle nazioni. A questo appello praticamente non rispondono, lo ignorano, a volte lo criticano. Ebbene, fratelli e sorelle, anche l’attuale Papa, Benedetto XVI, come pure Giovanni Paolo II in precedenza, hanno sempre insistito sulla pace. Purtroppo vediamo bene che la vera pace, quella “tranquillità dell’ordine”, definita così da S. Agostino, non c’è ancora, non l’abbiamo raggiunta ed è perciò impegno nostro, dovere profondo dell’essere cristiani quello di costruire la pace a cominciare dai livelli della nostra famiglia, del nostro ambiente,dei nostri rapporti, dei cerchi concentrici nei quali si svolge la nostra vita.Quanto poi alla pace personale, che è condizione indispensabile per poter essere costruttori di pace, abbiamo delle verità rivelateci da Dio che, penso, siano veramente formidabili se le accettiamo  come verità rivelateci dal Padre. Queste verità, per me, sono cinque: Dio è amore, e se è amore è solo positività. Da Dio non può provenire niente di negativo. Il Libro della Sapienza ( Sap. 1,13) dice:”Dio non ha creato la morte”, che è il peggiore dei mali. Perciò il male non proviene da Dio. Questo è ciò che Giovanni ci dice nella sua prima lettera ( cfr. 1 Giov. 4, passim).Seconda grande verità: “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi”(cfr. 1 Tim. 2,4). Se Dio vuole che tutti siano salvi, in quel “tutti” sono compreso anch’io. E perciò non c’è nessun uomo escluso dalla salvezza.Terza verità: “E perciò Dio li ha inseriti nel suo progetto di salvezza”( Rom. 8, 28 b). Noi apparteniamo a un progetto molto più grande di quello che pensiamo. Dio non salva solo me, Dio salva con me tutti gli altri. E perciò il mio sentiero di salvezza si intreccia con i sentieri di salvezza di tutti gli altri uomini e donne di questo mondo. Quarta verità: “Dio fa tendere ogni cosa verso il bene di coloro che lo amano”(cfr. Rom. 8,28 a).  Anche le cose più negative che dalla malvagità umana mi cadono addosso, Dio le orienta, le aggiusta in maniera tale con la sua infinita intelligenza e con il suo infinito potere d’amore affinché siano orientate verso il mio bene. E finalmente nella prima lettera ai Corinzi Paolo dice: “Dio è fedele e non permetterà che siate provati al di là della vostra capacità di resistenza, che se la prova è grande lui vi darà i mezzi per confrontarvi con essa e di vincerla” (cfr. 1 Cor. 10,13).Fratelli e sorelle, Dio è Bontà infinita, ci chiama alla salvezza e ci mette nel suo progetto di salvezza, orienta tutto ciò che ci succede verso il nostro bene e non permette che qualcosa superi le nostre capacità di resistenza.In questa maniera noi siamo sicuri. A volte commettiamo l’errore di voler fare noi il nostro progetto di salvezza all’interno di una logica ineccepibile e che non fa una piega. Ma io, per esempio, se sono ammalato e nel piano divino il mio essere malato ha tutto un valore, un progetto, una finalità che io non conosco, devo saper accettare questa realtà, anche se è difficile e può sembrare irrazionale, la accetto perché viene da Dio, dalle sue mani. Se il mio soffrire è inserito nel piano di Dio il saperlo accettare mi dona la vera pace.Fratelli e sorelle, partendo da questa pace, personale ed intima, dobbiamo costruire la pace fino agli estremi confini dell’umanità.Così sia. 

Ultimo aggiornamento ( giovedì 01 gennaio 2009 )