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Omelia esequie don Nicola Cerisio

  Scritto da don Antonio Sanna

 

Carissimo Don Mario, vicario generale, carissimi confratelli, parrocchiani, amici e conoscenti, con senso di umile gratitudine rendiamo grazie a Dio per la vita del nostro Don Nicola. La vita è dono di Dio. San Paolo ci ricorda che: “in lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati nell’amore…ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo” (Ef 1,3-10).

È significativo che mentre diamo l’estremo saluto a questo nostro fratello celebriamo il compimento del piano divino nella persona di Don Nicola, un compimento, ne siamo certi che ha raggiunto lo scopo perché, nonostante le immancabili fragilità umane, la grazia del Signore Gesù ha trovato in Don Nicola il terreno buono e la piena collaborazione.

“Nessuno di noi vive per se stesso…se noi viviamo, viviamo per il Signore”.

Ancora San Paolo ci parla ricordandoci che il senso pieno della vita non è un semplice nascere, crescere, invecchiare e morire, ma ha un fine ben preciso: vivere per il Signore, vivere nella logica del dono di sé, fino alle ultime conseguenze, come ha fatto il Signore Gesù. Questo scopo e significato illumina anche la realtà della sofferenza e della morte. Quando s’incontra il Vivente tutto assume significato: nessuno soffre per se stesso o invano…nessuno muore per niente o senza significato…anche le morti più assurde o quelle più tragiche alla luce della morte significativa di Gesù Cristo acquistano senso e sono preziose agli occhi di Dio. In qualche modo questa realtà di fede ci è stata trasmessa da Don Nicola, specialmente nell’accogliere e vivere la sofferenza, la difficoltà delle gambe e gli altri problemi di salute, come opportunità di santificazione per sé e per il bene di quanti seguiva e per tutta la Chiesa. Davvero per il credente, unito a Cristo, niente è senza significato o va perduto…  Se noi viviamo…”

La vita di Don Nicola si è sviluppata per ben 89 anni, compiuti lo scorso 11 aprile. Era nato a Torre Pellice (TO) da papà Luigi e da mamma Domenica Giordanengo. Il 24 settembre del 1934, anno della canonizzazione di Don Bosco, il nostro Nicola entra nell’aspirantato salesiano di Bagnolo Piemonte( TO). Nel 1938 parte del il Cile, nel 1939 compie il noviziato a Macul ed emette la prima professione religiosa il 31 gennaio del 1940. Negli anni 1940-42 a Macul prosegue la formazione salesiana con i tre anni si studentato filosofico.

Sempre a Macul, tra gli aspiranti, vive i primi due anni di tirocinio pratico (1943-1944), mentre per il terzo, tra gli studenti del liceo Don Bosco, si trasferisce a Santiago – Casa Ispettoriale (1945). Il 31 gennaio del 1946 si dona definitivamente al Signore con la professione perpetua.

Nel marzo del 1946 entra nell’Istituto Teologico Salesiano di Santiago – La Cisterna per gli studi teologici, coronati con l’ordinazione sacerdotale avvenuta a Santiago il 27 novembre del 1949.

Terminato il cammino di formazione iniziale inizia per Don Nicola un fecondo periodo di significativa e ricca attività pastorale: assistente dei novizi a Jahuel (San Felipe) [1950], assistente degli studenti di filosofia a Macul (1951-1953), catechista del collegio di San José (1954-1961), parroco di S. Juan a La Cisterna – Santiago (1962-1968), segretario tecnico del CGS a Roma – Pisana (1969-1971), segretario ispettoriale a Santiago (1972-1975), responsabile della copisteria e segretario tecnico dei CG 21, 22 e 23 (1975-1994), attività pastorali e confessioni a Latina (1994-2012).

Di questi anni ci offre una “lettura interpretativa” il nostro Don Giuseppe Nicolussi, attuale direttore della casa generalizia di Roma e per tanto tempo in Cile, insieme al nostro Don Nicola:

Io ho condiviso con lui alcuni anni in Cile, dal 1959 al 1975, e alcuni anni nella comunità della Casa Generalizia. in Cile siamo stati per due anni nella stessa comunità, lui come consigliere e io come chierico assistente. In questi ultimi anni andavo a trovarlo ogni tanto a Latina; incontri di qualche ora durante i quali condivideva con entusiasmo gli anni vissuti in Cile e, direi, con entusiasmo ancora maggiore il senso apostolico e missionario, che dava nell'ultimo periodo alla sua vita, apparentemente limitata da quattro pareti ma, di fatto, vissuta e offerta con gioia nell'orizzonte del Corpo Mistico di Cristo.

Quarant'anni fa l'Ispettore del Cile, proponendolo per la nomina a consigliere ispettoriale, sottolineava alcune caratteristiche di don Nicola, che i decenni seguenti hanno confermato e accresciuto. Scriveva l'allora Ispettore al Rettor Maggiore: “Secondo la visione dei confratelli don Cerisio dimostra grande preoccupazione e dedizione apostolica, buona capacità di organizzazione e di lavoro; solida cultura umanistica, ecclesiale, educativa e salesiana. Desiderio e impegno autentici per il rinnovamento della Congregazione e della Ispettoria; straordinaria esperienza pastorale nei settori popolari; buona capacità di governo con stile di servizio”. E l'Ispettore concludeva con un parere personale: “Don Cerisio é sempre disponibile quando si tratta di servire, gli piace lavorare in équipe, ha buone capacità per tempi di rinnovamento. Dimostra equilibrio, convinzioni solide e buona capacità critica. Sacerdote di buona vita spirituale, sa comunicare la dimensione soprannaturale. Sa ascoltare e dialogare con senso pastorale”.

Ordinato sacerdote a Santiago quasi alla vigilia del Vaticano II ed avendone assimilato il messaggio sotto la guida di don Egidio Viganò, divenne animatore convinto, entusiasta e perseverante del rinnovamento teologico, spirituale e pastorale. Successivamente accolse con gioia il rinnovamento della Congregazione e se ne fece promotore con creatività e intelligente pedagogia, distinguendosi nell'impegno di animazione della Famiglia Salesiana, in particolare dei Cooperatori e degli Exallievi, e nell'animazione dei laici, che sono sempre stati al centro della sua attenzione educativa e pastorale, prima nei cortili e nelle aule dei nostri collegi e poi in quella comunità più grande che é ogni parrocchia. Rendo grazie al Signore che ha condotto progressivamente don Nicola ad una identificazione gioiosa e profonda con Lui, che ha raggiunto ora la pienezza promessa”.

“Beati voi poveri in spirito…beati quelli che sono nel pianto…beati i miti…beati i misericordiosi…beati i puri di cuore…beati gli operatori di pace…beati i perseguitati…”

Il brano delle beatitudini viene proposto dalla liturgia esequiale per farci riflettere sul cammino di santità e di felicità che ogni cristiano deve percorrere nel cammino della vita. È un cammino che inizia con il battesimo, cresce nella vita presente e si proietta nel futuro, nella vita eterna dove ci sarà la piena realizzazione e la contemplazione di quanto viene promesso.

Le beatitudini evangeliche sono anche il cammino esigente e liberante che è proposto dal Signore a quanti egli chiama a vivere in maniera radicale la vocazione battesimale, attraverso la professione dei consigli evangelici di obbedienza, povertà e castità.

Guardando a Don Nicola, penso alla beatitudine dei puri di cuore, un cuore che cerca solamente Dio, un cuore libero da attaccamenti e pieno d’amore per i fratelli, perché abitato dallo Spirito dell’amore. Più volte ci viene ricordato che la vita consiste nell’amare e nell’essere amati. San Giovanni Evangelista ci ricorda che Dio ci ha amato per primo e grazie a questo amore preveniente noi possiamo amare Dio e i nostri fratelli. L’amore che Don Nicola ha avuto per il Signore e per i fratelli non è diminuito, anzi si è accresciuto e si è affinato con le sofferenze che ha accolto in spirito di fede, un amore che trasudava dalla sua camera e andava al di là dei confini ristretti di quattro mura. L’attenzione alle persone con la preghiera, le telefonate, i colloqui, la direzione spirituale e lo zelo del buon pastore, attento alle vicende di quanti ricorrevano a lui e alle sensibilità e sfide presenti nella società, e bisognose di essere illuminate e irrobustite dal vangelo.

Nel suo programma generale di impegno pastorale redatto diversi anni fa così si legge: “obiettivo generale: evangelizzazione in forma moderna fatta da giovani navigatori di internet e per i giovani…obiettivo secondario: dar vita al sito internet della parrocchia di San Marco…con lo scopo particolare di raggiungere i lontani (con un sacerdote e un gruppo di giovani)…ampliare i contatti con diverse realtà ecclesiali e civili”.

È proprio vero che non è l’età anagrafica che rende faticoso o difficile il contatto con i giovani; basta la buona volontà di mettersi continuamente in gioco, di avere un cuore giovane, pieno di passione e di desiderio di creare comunicazione, la fede nel Signore e la ricchezza dello spirito salesiano che vede i salesiani e i giovani crescere, maturare e lavorare insieme, specialmente per l’annuncio del vangelo della vita. Ci sembra di poter dire che in questo compito Don Nicola non si è tirato mai indietro, anzi i suoi stimoli e il suo esempio ci spronano a percorrere la sua stessa strada e a trovare salesiani, laici e giovani insieme, le vie per educare alla vita buona del vangelo attraverso i mezzi di comunicazione sociale.

Don Manfredo Leone, già parroco di San Marco, così ricorda il caro Don Nicola: “Ho conosciuto molto bene don Nicola negli anni del mio servizio pastorale a Latina, come direttore e parroco. Veniva settimanalmente da Roma per dare una mano in Parrocchia in ogni ambito, soprattutto nel ministero delle Confessioni e nell'aiuto ai gruppi ecclesiali e parrocchiali. Lo ricordo sempre come persona, sacerdote e confratello ben preparato e competente nelle diverse discipline della vita cristiana e religiosa, molto cordiale, allegro, scherzoso e sempre disponibile con tutti; trascorreva ore nel confessionale e nel dialogare con i fedeli e con i giovani, che a lui si rivolgevano per consiglio o per direzione spirituale”.

Anche Don Sergio Cuevas,  dell’ispettoria  del Cile, ricorda con affetto il caro confratello, specialmente la bontà, la donazione illimitata, la competenza culturale e il ministero apostolico, specialmente la predicazione e le confessioni.

E Don Roberto Colameo sottolinea: “In parrocchia curava con dedizione la formazione umana e cristiana attraverso gruppi biblici appositamente costituiti; attraverso la predicazione – famosa era la messa delle 12.15 tanto che fu edito un libro con le sue omelie, anzi qualche parrocchiano portava sull’altare un piccolo registratore per non perderle –; ma soprattutto attraverso il sacramento della confessione. Nel 2005 mi avvicinai con timore a lui, in quanto pensavo di chiedergli una rinuncia e quindi un grande sacrificio: dovevo comunicargli, viste le sue condizioni fisiche, se non fosse il caso di non scendere più in Cattedrale per la

celebrazione dell’eucarestia vespertina del sabato. Lui con il volto sorridente mi disse che attendeva proprio questa notizia e mi ringraziò! Rimasi ammirato da questa sua capacità di sapersi ritirare dalla prima linea e di continuare il suo apostolato con la preghiera che coltivava puntualmente. Una lezione per noi confratelli!”

Noi diciamo grazie al Signore per il dono che ci ha fatto nella persona di Don Nicola. Vogliamo custodire nel cuore ciò che lui è stato e quanto egli ci lascia come preziosa eredità…non cose, ma una vita donata in piccoli gesti e nelle pieghe ordinarie dell’esistenza di ogni giorno.

Amore chiama amore…la sua vita donata ha bisogno di qualcuno che prenda il testimone.

Vogliamo pregare il Signore perché il posto di Don Nicola non rimanga vuoto…pregare perché giovani generosi di questa comunità rispondano alla chiamata del Signore per essere salesiani e sacerdoti a servizio dei giovani. Don Nicola dal cielo farà la sua parte, ma la nostra collaborazione è importante con la preghiera, l’esempio e l’impegno perché la risposta avvenga e sia totale, generosa e gioiosa. L’attenzione alla preghiera per le vocazioni è stata un tratto distintivo della vita di Don Nicola, un’attenzione continua vissuta e richiamata anche a parole, insieme a suggerimenti preziosi per l’accompagnamento spirituale dei giovani.

Desidero far presente la vicinanza spirituale di Mons.  Riccardo  Ezzati SDB, Arcivescovo di Santiago del Cile, amico e confratello di un tempo del caro Don Nicola, di D. Alberto Lorenzelli,  Ispettore del Cile, e di altri confratelli che hanno manifestato la loro vicinanza e il loro cordoglio.

Un grazie riconoscente al direttore e ai confratelli della comunità di Latina, ai laici e a quanti con amore e dedizione amorevole hanno assistito Don Nicola negli anni della malattia e in quest’ultimo periodo.

Un grazie alla famiglia naturale di Don Nicola, perché la sua piena risposta alla chiamata del Signore è avvenuta anche grazie ad un ambiente ricco di fede e di valori autentici. In particolare, la riconoscenza va ai cari genitori Luigi e Domenica che ora nella pienezza della vita contemplano il Signore, insieme al loro caro Nicola.

Ultimo aggiornamento ( giovedì 19 luglio 2012 )