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49 Domenica 26^ Tempo Ordinario (La nostra adesione agli inviti di Gesł) rif. al 25/09/11 PDF Stampa E-mail

Ventiseiesima Domenica del T.O. 

 Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,28-32)

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Parola del Signore
 

              La nostra adesione agli inviti di Gesù                     

 Cristo, nella parabola di oggi nella quale un  padre invita i due figli ad andare a lavorare con i due risultati che il Vangelo ci racconta, fa emergere  la contraddizione di base di noi uomini.  Si  accetta a parole qualcosa ma non si procede  all’azione oppure non si accetta ma poi ci si ripensa sopra e si fanno le cose che sono state chieste.  Questo ci invita a riflettere sulla nostra adesione agli inviti di Gesù che lui fa ad ognuno di noi nella nostra vita. Vi sono tantissime maniere di rapportarsi con Cristo. Uomini e donne che potremmo classificare del no-no, altri del no-si, altri del si-no, altri ancora del si-si. Uomini e donne del no-no sono coloro  che dicono no  nella  maniera di pensare e  no nella maniera di agire, hanno una coerenza, certo in un campo sbagliato, però sono coerenti. Un mio amico che mi portava in parrocchia, dopo una visita a  casa sua, mi lasciò davanti alla porta della Chiesa e mi disse: “Caro Nicola, con il tuo principale non ho nulla da  spartire ” e mi lasciò di fronte alla Chiesa senza entrarvi. Infatti, nonostante fosse battezzato e aver avuto una formazione cristiana, si era dedicato ad altri pensieri ad altre impostazioni politiche, sociologiche e come conseguenza non era praticante. Diceva di non credere a niente e non esitava a mettere in pratica questa sua posizione. Ci sono altre persone che si possono chiamare persone del no ma che poi diventano persone del si . Nella rivista Famiglia Cristiana del 18 settembre di questo anno alla pag. 18 c’è  una relazione di un ergastolano che dice: “Sono nato nell’ignoranza e nella disperazione,  non ho mai conosciuto mia madre, ne ho combinate di tutti i colori, ma ringrazio Dio che mi ha fatto entrare qui dentro perché  altrimenti  non lo avrei mai incontrato”. Ecco l’uomo che è passato dal no al si. Vi sono altri che dicono si ma poi vanno e propendono per il no;  molti che d’impulso, per abitudine sociologica, dicono si, ma nella prassi, con molteplici sfaccettature, il loro è un no. Accettano a livello di interiorità riti, preghiere ripetute come mantra ipnotizzanti, processioni, pellegrinaggi, attività sociali. Nella Sacra Scrittura Gesù  dice di loro: “Mi onorano con le loro parole e anche con i fatti ma il loro cuore è  lontano da me”, questo per una visione propria del mondo. Vediamo alcuni esempi e alcuni casi. In TV abbiamo sentito varie volte nelle interviste domandare: “Lei crede in Dio?”, “oh si, però a modo mio”; “lei e’ cattolico?”, “oh si,  però vede ho dovuto divorziare  perchè era impossibile sostenere una vita accanto al mio antico compagno”; “lei e’ praticante?”, “beh si, anche se non vado troppo in Chiesa”, è  la risposta di miss Italia 2005 nella sua prima intervista. Lo scienziato ebreo Albert Einstein  interrogato  se credeva in Dio rispose: “Per me non esiste un dio personale, ma mi affascina l’ordine e la precisione matematica che c’e’ nella natura”.  Ecco una visione  estetica dell’artista che c’era in lui,  infatti era un buon violinista  oltre che un buon fisico e matematico. Questo dipende anche dai giudizi che diamo sulla storia. Inoltre vi sono persone che giudicano eventi e persone con residuati di una morale cristiana che sono rimasti nel loro cervello come ruderi ma non li applicano alla condotta personale. Lamentiamo i morti di fame nel mondo ma non ci spostiamo di un apice per dare una mano alla soluzione di questi problemi e così via, tantissimi altri esempi. Dipende anche da un codice personale che ci siamo costruiti, un relativismo praticamente personale. Accettiamo  alcuni principi che per noi sono ragionevoli proposte di Cristo, che sono compatibili con la nostra maniera di pensare, ma tralasciamo tutti quelli che ci disturbano. Nei rapporti sociali, nel campo finanziario, nel campo sessuale etc. prendo Cristo in percentuale. Ebbene sono queste figure uomini e donne soddisfatti,  sono dei tipi con infinite sfumature che si possono avere tra di essi . Si considerano soddisfatti del loro cristianesimo. Questo però non è quello che vuole Gesù Cristo  la pietra di scandalo che divide gli uomini. “O con me  o contro di me,  non si può servire a due padroni”e perciò non ammette il doppio gioco,  lo  stare a mezz’acqua, o si sta con l’uno o si sta con l’altro.  Con Cristo bisogna essere decisi. Ci sono finalmente coloro che potremmo chiamare uomini e donne del si-si.  Cristo vede la perfetta coerenza di quello che si pensa e si dice e di quel che si fa. Nella sintonia perfetta tra idea e azione la parola diventa gesto, se lo dico lo faccio. Non puoi  parlare di pace se a casa tua non costruisci  attorno a te un oasi di pace e sei causa continua di litigi. Quella frase di Gesù che dice: “Le prostitute e i delinquenti vi precederanno nel regno dei cieli” si riferisce non alle cattive abitudini di questi personaggi, cosa che Dio non può  approvare,  ma al fatto che queste persone insoddisfatte dal loro comportamento, a differenza di coloro che sono soddisfatti, si rimettono alla bontà misericordiosa di Dio che come buon padre li accoglie perdonando  i loro peccati, accettando il loro pentimento. Fratelli e sorelle, questa nostra generazione ha lasciato da parte un’ interpretazione “hard” del Cristo, interpretazione dura e pura del messaggio di Cristo, per sciogliersi in un interpretazione “soft” edulcorata del messaggio di Cristo. Dobbiamo tornare a un feeling profondo, personale  e amichevole con il Signore Gesù. Così e solo così, come ci vuole Cristo, passiamo dal soft all’hard. L’Europa, un continente che è stato, almeno si suppone, storicamente cristiano ed ora sta scristianizzandosi  ogni giorno di più con le nuove generazioni che crescono in un post-cristianesimo  di relativismo assoluto, dove ognuno si fa i fatti suoi, dove ci si crede cristiani perchè si fan le cose che a noi piacciono. C’è proprio da riflettere seriamente sulla gravità della situazione e sul come correre ai ripari.Che la Vergine, Regina d’Europa e i Santi Patroni che hanno evangelizzato questo nostro continente ci ispirino e ci proteggano.Così sia.

Ultimo aggiornamento ( sabato 24 settembre 2011 )
 
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