Home
Presentazione
Biografia
Pentagono della Sicurezza
Don Nicola con Noi
OMELIE Leggi
OMELIE AUDIO
Grazie Don Nicola
OMELIA Esequie
Ricordo Don Nicola
Catechesi sul Dolore
Contattaci
Scrivi un Messaggio
Collegamenti Web
Area Riservata
Cerca
40 Domenica 18^ Tempo Ordinario (Date loro voi stessi da mangiare) rif. al 31/07/11 PDF Stampa E-mail

Diciottesima Domenica del T.O.

 

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,13-21)

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Parola del Signore
 

            “Date loro voi stessi da mangiare….”   

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo.Un Padre della Chiesa, ossia uno dei primi scrittori su temi di vita cristiana, dice questo in uno dei suoi libri: “Gesù insegnò parlando, esponendo la dottrina, ma Gesù insegnò anche con i gesti e con gli atteggiamenti che aveva preso durante certi momenti molto speciali della sua vita”.Oggi, uno di questi è il seguente. Nella moltiplicazione dei pani e dei pesci ci sono alcune cose che sono una lezione che il Signore Gesù ci dà. Vediamo cosa disse: “Non c’è bisogno che questa gente vada nei villaggi a comprarsi da mangiare, date loro voi stessi da mangiare”. Qui il Signore Gesù fa vedere molto chiaramente che l’obbligo di sopperire alle esigenze fisiche degli uomini è un lavoro, è un dovere da parte di tutti gli altri uomini. In quel caso erano gli apostoli che dovevano dar da mangiare alla gente, a coloro che avevano fame e non erano provvisti di cibo.Era proprio questo che il Signore voleva mettere molto chiaramente in evidenza. In queste situazioni la responsabilità è nostra quando in quel campo abbiamo le possibilità di produrre, di distribuire in forma equa i beni prodotti. Non era dovere di Gesù: lui è entrato a dare una mano nel caso in cui non c’era la possibilità concreta di dare da mangiare a tutti.“ Abbiamo solamente cinque pani e due pesci “. “Portateli qua”, ed ecco qui un altro aspetto dell’insegnamento di Gesù, senza tante parole ma con i fatti. Dice loro: Io farò il miracolo però è necessario che voi collaboriate. Ma sono cinque pani e due pesci! Non importa ci penso io, però è necessaria la vostra collaborazione. Questo ci mette già in una situazione di grosse responsabilità.Ma nella narrazione fatta da altri evangelisti si dice che in quel momento la gente, dopo aver mangiato a sazietà, si entusiasmò e pensò che questo sarebbe stato l’uomo che avrebbe risolto i problemi economici, avrebbe dato loro da mangiare e allora iniziarono un movimento che voleva fare di Gesù il capo popolo, colui che fosse messo in testa a questa gente per poter ( e qui subentra la mentalità ebraica ) eliminare i Romani dal loro territorio. Liberarsi ed essere veramente un popolo libero con un profeta di quel tipo lì, che poteva moltiplicare i pani, significava risolvere il problema economico della nazione.Gesù in quel caso si occultò da loro e se andò, perché lui non era venuto a fondare un’organizzazione benefica che avrebbe dovuto preoccuparsi della produzione del pane, della semina del grano, della sua raccolta, ecc. No, Lui non è venuto per questo, Lui è venuto per risolvere un altro tipo di fame, molto ma molto più difficile da risolvere.La fame fisica è la fame dei crampi allo stomaco, la fame per la quale oggi muoiono tante migliaia di poveri bambini, anziani e donne del terzo mondo. Ebbene per questo tipo di fame ci dobbiamo preoccupare noi perché, vedete, qui bisogna cambiare il modo di pensare. La Terra non è nostra, vostra, ma di tutti. Siamo tutti su questa navicella spaziale che se ne va per il cosmo a gironzolare e tutti abbiamo diritto a vivere su questa terra. Perché vedete, fratelli e sorelle, qui le statistiche dicono che mentre noi parliamo c’è gente che muore di fame, non ha la possibilità di vivere.Supponiamo che nel mondo siamo 100 persone e che queste 100 persone producano 100 Kg di prodotti alimentari; 20 persone mangiano 80 Kg del prodotto e le altre 80 persone devono sopravvivere con quei 20 Kg di cibo rimasti. Questo forse non ci dice nulla, ma facendo un piccolo calcolo matematico otteniamo questo risultato: se in una settimana il primo gruppo mangia 16 volte, il secondo gruppo mangia una sola volta nella stessa settimana. Questo è il mondo attuale e poi si parla di democrazia, di diritti umani. E no! Questo, fratelli e sorelle, non va!Ed è questo che noi dobbiamo fare: “Date loro, voi stessi, da mangiare”.Come? E qui viene il problema.Noi li vediamo in televisione questi poveri bambini, anziani, uomini e donne che non possono vivere una vita decente. Hanno assoluto bisogno del nostro aiuto, ma non della nostra pietà.Noi siamo amministratori, non padroni, di questi beni che Dio ci ha dato.Dovremo renderne conto; non possiamo fare di queste cose ciò che a noi pare e piace, sprecando i beni prodotti, lasciandoli marcire in depositi, ecc. Questo è un male; è un peccato contro l’umanità e questo è gravissimo in particolare per chi ha il potere in mano. Ma ognuno di noi si domanda: cosa posso fare io? Io sono una goccia, ma il problema non è tanto di quantità ma di qualità del servizio.Questa qualità del servizio deve essere fatta con una nuova idea fondamentale. Ecco qui la conversione, che vuol dire cambiare il modo di pensare, e cioè che noi non siamo proprietari di niente; siamo degli amministratori, e ciò che Dio ci ha dato ce lo ha dato per essere amministrato per il bene di tutti.Questa impostazione risolverebbe la famosa fame con i crampi allo stomaco.In pratica è indispensabile che io vada in Africa? Ma io non posso andare, ho la famiglia, il mio lavoro. Non è necessario che tu vada in Africa, c’è bisogno di un'altra cosa. Vedi, il Signore fa sorgere nel cuore di alcune persone il concetto del servizio volontario. Un articolo che horecentemente letto dice che questo Paese è uno dei paesi del mondo che ha più volontari, gente che presta un servizio sociale di qualsiasi tipo, dalla medicina al lavoro agricolo, all’insegnamento, alla produzione e distribuzione di beni. E’ un Paese in prima linea rispetto ad altri per il servizio di volontariato. Non c’è bisogno che noi andiamo tutti da loro, ma loro hanno bisogno di noi, dell’appoggio logistico che possiamo dare. E anche se io posso dare poco, dai poco, ma ricordati che sei una goccia, ricordati che con altre gocce si può arrivare a formare un oceano.Su questo ci dobbiamo dare da fare e non mollare mai.Dobbiamo essere costanti e convinti.C’è un’altra fame, la fame che il Cristo è venuto a risolvere, la fame del senso della vita.Ma che ci sto a fare io qua? Perché questa malattia, ma perché tutti questi perché che ci bombardano in continuazione? Allora fratelli e sorelle, il Signore Gesù è venuto a dare una risposta fondamentale a questo. La risposta fondamentale è costituita da alcuni punti basilari che sostengono tutto l’edificio della fede del cristiano. Il primo punto è questo: Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi.Oggi ho dovuto convincere una ragazza che anche il suo papà, con tutti i difetti che ha, è chiamato alla salvezza; con tutte le ingiustizie che ha commesso, è chiamato alla salvezza. Dio lo perseguita, lo segue e lo cura, perché lo vuol salvare come vuole salvare tutti noi.Ognuno di noi è seguito in forma specifica per essere salvato. Come lo fa? Ecco allora qui di nuovo entra la Sacra Scrittura della lettera ai Romani: “Per questo Dio ci ha inseriti nel suo progetto di salvezza”, ma il progetto di Dio è qualcosa di grande ed io sto in un posticino in quel progetto di salvezza, ma è quello il punto che mi porta veramente alla salvezza, quella è la strada della mia salvezza, quella è la strada della mia realizzazione completa. Questo è il punto fondamentale.E cosa vediamo oggi attorno a noi? Vediamo un sacco di gente annoiata, arrabbiata, disperata e ne diamo sempre la colpa a ciò che ci circonda. Ma, fratelli e sorelle, noi non possiamo cambiare le libertà umane e non possiamo incidere su di loro, possiamo però cambiare il nostro atteggiamento personale, e questo si chiama conversione.Allora devo proprio accettare da Dio il fatto che sono chiamato alla salvezza secondo il Suo progetto di salvezza e che per questo fa tendere ogni cosa verso il mio bene, anche le malattie, gli insuccessi, le difficoltà, i dubbi, ecc. Questo lo fa il Signore anche se provengono dalla malizia degli uomini. Lui aggiusta le cose, perché da queste situazioni negative salti fuori qualcosa di positivo e di veramente utile per noi. Fratelli e sorelle, allora io qui debbo non solo cambiare la mentalità come dicevo prima: da quella del padrone a quella dell’amministratore. Debbo cambiare un’altra mentalità: io non sono il progettista della mia salvezza, non la faccio da me la salvezza. Essa viene da Dio, a tutti gli effetti, però lui rispetta la mia libertà e non mi provocherà mai. Mi darà un sacco di possibilità, di esortazioni: sarà un amico, sarà un libro, sarà un avvenimento, sarà un problema. Lui ha mille maniere a sua disposizione. Poi, conoscendoci bene, sa qual è la cosa che per ognuno di noi fa leva veramente e ci commuove nell’interiorità. Questo significa che dobbiamo cambiare la mentalità pagana che ancora domina in noi.“Signore fa questo, fa questo altro”.No, fratelli e sorelle, fidiamoci di Lui e non ce ne pentiremo mai.Allora la nostra vita sarà pienamente soddisfatta; sarà saziata anche la fame spirituale del senso della vita poichè saprò perché esisto e perché vado su questa strada che mi porta alla casa di Dio, dove Lui mi vuole salvo per sempre con sé nella felicità piena e completa.E così sia!!!! 

Ultimo aggiornamento ( venerd́ 29 luglio 2011 )
 
< Prec.   Pros. >