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38 Domenica 16^ Tempo Ordinario (Lasciate crescere) rif. al 17/07/11 |
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Sedicesima Domenica del T.O. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,24-30)
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».
Parola del Signore “Lasciate crescere….” Il tema che oggi la catechesi liturgica ci propone è concentrato nella frase di Gesù: “Lasciate che il buon grano cresca insieme all’erbacce”. Ci predica la tolleranza che è pazienza, che sa sperare, ed aspettare. Oggi Cristo ce la chiede con riferimento alla coesistenza dei buoni e dei malvagi insieme. Ma è strano questo, perché nella Sacra Scrittura più volte si invoca il castigo di Dio sui cattivi, la sua ira, la vendetta come giustizia ecc.. come mai si spiega questo? Bisogna ricordare che la rivelazione di Dio per gli uomini è stata pedagogicamente progressiva, utilizzando le forme letterarie e le diverse forme di espressione dei tempi e dei luoghi ai quali si riferiva . Nei paesi primitivi non riuscivano a capire certe astrazioni e perciò antropomorfizzavano molto la divinità, ossia applicavano a Dio le forme proprie dell’uomo, e tutta questa progressività è stata da un meno verso il più . Questa progressività si nota nelle Scritture Sacre, perché usavano un linguaggio appropriato per il loro tempo, comprensibile dai contemporanei. Le culture primitive applicano a Dio lo stesso linguaggio che usavano per l’uomo. Poco a poco però si vanno inserendo espressioni più conformi alla nostra attuale mentalità, fino ad arrivare all’espressione massima nella lettera di Giovanni, la prima , dove dice: “Dio è amore” , amore infinito senza ombra di limite , sola positività , che non può dare origine a nessuna negatività; sarebbe una contraddizione pensare diversamente. Dio ci offre un flusso di luce , di amore , di gioia, infinito , ci offre sè stesso e ci invita ad entrare e a vivere in quel flusso di amore , di gioia e di luce. A noi tocca veramente scegliere dove collocarci. Liberamente con la nostra scelta possiamo scegliere la luce o le tenebre, l’amore o l’odio, la gioia e il dolore. Questo è un po’ la spiegazione di queste così apparenti contraddizioni della Bibbia. Ora questa missione della tolleranza, Cristo la raccomanda a tutta la comunità che lui ha fondato: la Chiesa. Alla quale consegna la sua stessa missione, che il Padre e l’infinito amore dello Spirito Santo gli hanno affidato. “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi, io non sono venuto per condannare, ma per salvare; non hanno bisogno del medico i sani, ma i malati; perciò lasciate crescere il buon grano con l’erbacce”. E al buon ladrone, che l’aveva aspettato fino all’ultimo momento sulla croce, gli dice: “Oggi sarai con me, in paradiso”(Luc. 23,43).Questo perché? Perché nella vita concreta e reale c’è sempre la possibilità che il peccatore si converta, che l’erbacce diventino buon grano solo alla fine della prova personale di questa vita. Coloro che volontariamente e liberamente si sono collocati da sè stessi fuori dal flusso di luce, di amore e gioia , con il quale Dio ci inonda, solo loro rimarranno nelle tenebre, nell’odio e nel dolore, in forma definitiva. Prima di allora nessuno di noi ha il diritto di giudicare e condannare, ma ha il dovere di pregare per essi perché lasciarli crescere non significa non interessarsi a loro, ma aiutarli a ravvedersi. Vorrei finire con alcuni esempi, uno dei quali l’ho letto tanti anni fa, ma l’altro l’ho letto questa stessa settimana. Anni fa leggevo che il direttore della televisione polacca durante il regime comunista, dal nome per me impronunciabile, ma il cognome era Sokorski , era diventato amico di Stalin ed era stato persino combattente sul fronte di Stalingrado contro i tedeschi. Intervistato alla fine della guerra circa la sua vita, nella quale aveva guadagnato tantissimi soldi, donne, bella vita e con alle spalle cinque divorzi, rispose che da ragazzo la sua casa era sempre piena di preti, ma che non avevano influito per nulla su di lui. Riferendosi anche al fronte di Stalingrado, la terribile battaglia che fece tantissimi morti, disse: “Dio dopotutto pare che mi abbia preservato, pare che a Dio interessi la sorte dei cinici come me “. Ossia, ecco un uomo che almeno ha saputo riconoscere, anche se molto indirettamente, l’intervento di Dio nella sua vita. Giorni fa, in una rivista di questa settimana , era pubblicata un’intervista al cardinale Touran, francese, che è il bibliotecario e archivista di Santa Romana Chiesa. In questa intervista raccontò due fatti della vita del presidente francese François Mitterand. In un viaggio che il presidente francese fece in Medio Oriente per motivi politici, confessò di essere andato a visitare il monastero di Santa Caterina ai piedi del monte Sinai, e aggiunse: “ Lì ho lasciato il meglio di me stesso”. E quando le spoglie mortali di Santa Teresina del Bambin Gesù da Lisieux furono portate in pellegrinaggio attraverso la Francia , volle che il mezzo, che trasportava l’urna sulla piattaforma mobile attorniata da vetri, si fermasse di fronte alla sua residenza. Già fortemente provato dalla sua malattia, volle discendere con difficoltà per renderle omaggio. Appoggiò la sua mano sulla bara di Santa Teresina del Bambin Gesù , sostò in silenzio. Che le avrà detto in quel momento? Fratelli e sorelle, il mondo è pieno di Sokorski e di Mitterand, casi simili ne troviamo dappertutto. E allora accettiamo l’invito di Gesù senza classificare, senza dare giudizi e senza comminare condanne, non tocca a noi questo. A noi tocca pregare affinché tutti possano arrivare alla luce, all’amore e alla gioia definitiva in Dio.Così sia. |
Sedicesima Domenica del T.O. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,24-30)
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».
Parola del Signore “Lasciate crescere….” Il tema che oggi la catechesi liturgica ci propone è concentrato nella frase di Gesù: “Lasciate che il buon grano cresca insieme all’erbacce”. Ci predica la tolleranza che è pazienza, che sa sperare, ed aspettare. Oggi Cristo ce la chiede con riferimento alla coesistenza dei buoni e dei malvagi insieme. Ma è strano questo, perché nella Sacra Scrittura più volte si invoca il castigo di Dio sui cattivi, la sua ira, la vendetta come giustizia ecc.. come mai si spiega questo? Bisogna ricordare che la rivelazione di Dio per gli uomini è stata pedagogicamente progressiva, utilizzando le forme letterarie e le diverse forme di espressione dei tempi e dei luoghi ai quali si riferiva . Nei paesi primitivi non riuscivano a capire certe astrazioni e perciò antropomorfizzavano molto la divinità, ossia applicavano a Dio le forme proprie dell’uomo, e tutta questa progressività è stata da un meno verso il più . Questa progressività si nota nelle Scritture Sacre, perché usavano un linguaggio appropriato per il loro tempo, comprensibile dai contemporanei. Le culture primitive applicano a Dio lo stesso linguaggio che usavano per l’uomo. Poco a poco però si vanno inserendo espressioni più conformi alla nostra attuale mentalità, fino ad arrivare all’espressione massima nella lettera di Giovanni, la prima , dove dice: “Dio è amore” , amore infinito senza ombra di limite , sola positività , che non può dare origine a nessuna negatività; sarebbe una contraddizione pensare diversamente. Dio ci offre un flusso di luce , di amore , di gioia, infinito , ci offre sè stesso e ci invita ad entrare e a vivere in quel flusso di amore , di gioia e di luce. A noi tocca veramente scegliere dove collocarci. Liberamente con la nostra scelta possiamo scegliere la luce o le tenebre, l’amore o l’odio, la gioia e il dolore. Questo è un po’ la spiegazione di queste così apparenti contraddizioni della Bibbia. Ora questa missione della tolleranza, Cristo la raccomanda a tutta la comunità che lui ha fondato: la Chiesa. Alla quale consegna la sua stessa missione, che il Padre e l’infinito amore dello Spirito Santo gli hanno affidato. “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi, io non sono venuto per condannare, ma per salvare; non hanno bisogno del medico i sani, ma i malati; perciò lasciate crescere il buon grano con l’erbacce”. E al buon ladrone, che l’aveva aspettato fino all’ultimo momento sulla croce, gli dice: “Oggi sarai con me, in paradiso”(Luc. 23,43).Questo perché? Perché nella vita concreta e reale c’è sempre la possibilità che il peccatore si converta, che l’erbacce diventino buon grano solo alla fine della prova personale di questa vita. Coloro che volontariamente e liberamente si sono collocati da sè stessi fuori dal flusso di luce, di amore e gioia , con il quale Dio ci inonda, solo loro rimarranno nelle tenebre, nell’odio e nel dolore, in forma definitiva. Prima di allora nessuno di noi ha il diritto di giudicare e condannare, ma ha il dovere di pregare per essi perché lasciarli crescere non significa non interessarsi a loro, ma aiutarli a ravvedersi. Vorrei finire con alcuni esempi, uno dei quali l’ho letto tanti anni fa, ma l’altro l’ho letto questa stessa settimana. Anni fa leggevo che il direttore della televisione polacca durante il regime comunista, dal nome per me impronunciabile, ma il cognome era Sokorski , era diventato amico di Stalin ed era stato persino combattente sul fronte di Stalingrado contro i tedeschi. Intervistato alla fine della guerra circa la sua vita, nella quale aveva guadagnato tantissimi soldi, donne, bella vita e con alle spalle cinque divorzi, rispose che da ragazzo la sua casa era sempre piena di preti, ma che non avevano influito per nulla su di lui. Riferendosi anche al fronte di Stalingrado, la terribile battaglia che fece tantissimi morti, disse: “Dio dopotutto pare che mi abbia preservato, pare che a Dio interessi la sorte dei cinici come me “. Ossia, ecco un uomo che almeno ha saputo riconoscere, anche se molto indirettamente, l’intervento di Dio nella sua vita. Giorni fa, in una rivista di questa settimana , era pubblicata un’intervista al cardinale Touran, francese, che è il bibliotecario e archivista di Santa Romana Chiesa. In questa intervista raccontò due fatti della vita del presidente francese François Mitterand. In un viaggio che il presidente francese fece in Medio Oriente per motivi politici, confessò di essere andato a visitare il monastero di Santa Caterina ai piedi del monte Sinai, e aggiunse: “ Lì ho lasciato il meglio di me stesso”. E quando le spoglie mortali di Santa Teresina del Bambin Gesù da Lisieux furono portate in pellegrinaggio attraverso la Francia , volle che il mezzo, che trasportava l’urna sulla piattaforma mobile attorniata da vetri, si fermasse di fronte alla sua residenza. Già fortemente provato dalla sua malattia, volle discendere con difficoltà per renderle omaggio. Appoggiò la sua mano sulla bara di Santa Teresina del Bambin Gesù , sostò in silenzio. Che le avrà detto in quel momento? Fratelli e sorelle, il mondo è pieno di Sokorski e di Mitterand, casi simili ne troviamo dappertutto. E allora accettiamo l’invito di Gesù senza classificare, senza dare giudizi e senza comminare condanne, non tocca a noi questo. A noi tocca pregare affinché tutti possano arrivare alla luce, all’amore e alla gioia definitiva in Dio.Così sia. |
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Ultimo aggiornamento ( venerd́ 15 luglio 2011 )
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