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35 Solennita' del Corpus Domini rif. al 26/06/11 PDF Stampa E-mail

Solennità del Corpus Domini 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,51-58)

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Parola del Signore
 

“Io sono il pane venuto dal Cielo….” 

Carissimi amici, fratelli e sorelle in Cristo. L’anno liturgico, in questo tempo comincia una seconda fase. Nella prima abbiamo contemplato e meditato i grandi misteri degli interventi di Dio nella storia dell’umanità: creazione, incarnazione, passione-morte e risurrezione di Cristo, divinizzazione dell’umanità. In questa seconda parte ci saranno una serie di domeniche fino al mese di novembre che potremmo chiamare “avvisi per gli acquisti” oppure “istruzioni per l’uso” in cui la liturgia ci dirà norme pratiche e riflessioni sulla vita cristiana concreta. Ma questa seconda fase è preceduta da due grandi feste: la festa della Santissima Trinità che abbiamo celebrato la domenica scorsa e la festa del Corpus Domini che celebriamo in questa domenica.La domanda da farsi oggi è questa:”Come nasce la festa del Corpus Domini?” Perché questa domanda? Perché sappiamo che il giorno eucaristico per eccellenza è il Giovedì Santo.Che bisogno c’era di fare un’altra festa? Certo, il Giovedì Santo della cena del Signore  contemplava l’istituzione dell’Eucaristia, l’istituzione del sacerdozio cristiano, però questa festa finiva lì la sera, con la messa in Coena Domini”. Era un po’ opacata dal Venerdì Santo, il giorno dopo. E allora ecco qui che sul finire dell’anno 1100 e agli inizi del 1200 una santa donna, Giuliana da Montcornillon che viveva nei pressi di Liegi ebbe una visione nella quale il Signore le chiedeva di far istituire nella Chiesa una festa in onore del suo Corpo Santo che è nell’Eucaristia. La serva di Dio, questa beata, Giuliana di Montcornillon, serbò in cuore per 20 anni questo desiderio, questa richiesta del Signore finchè non resistendo più, la manifestò alle autorità ecclesiastiche di Liegi che dopo un esame teologico stabilirono che la festività in se stessa non era contraria alle verità della Chiesa. E fu stabilita, per la città di Liegi, la festività del Corpus Domini il giovedì dopo la festa della Santissima Trinità. Questo durò per parecchi secoli. Quando poi, nell’ultimo squarcio del secolo scorso il processo di secolarizzazione si fece molto accentuato, molti governi di paesi cristiani vedevano questa festa a metà settimana come ostacolo che interrompeva il processo lavorativo. Allora la Chiesa si adeguò e in alcune nazioni che lo richiesero posticipò la festa del Corpus Domini. Anche qui da noi la  celebriamo nella domenica che corrisponde alla domenica seguente al giovedì dopo la Trinità. Ed ora dobbiamo riflettere un po’ a fondo sull’Eucaristia. L’Eucaristia è il sacramento del pane e del vino, è il sacramento nel quale c’è il Cristo Risorto. I testi di storia generalmente ci dicono che gli uomini da nomadi e cacciatori diventarono sedentari ed agricoltori scoprendo le proprietà dei cereali: orzo, segale e frumento. Poco a poco impararono anche a macinare questi cereali e a farne farina, a impastarla, a cuocerla e a riscaldarla, così nacque il pane. Secondo quanto ci dicono i paleontologi questo successe nella zona del Medio Oriente, in quella che si chiama la zona della Mezza Luna Fertile del Medio Oriente. Abbiamo poi ciò che ci dice la Sacra Scrittura nel libro della Genesi dove si narra che Noè fu colui che coltivò la prima vigna, raccolse le prime uve, fece il primo vino e si prese anche la prima ubriacatura. A partire da allora tutta la storia umana si sviluppò attorno al pane e al vino, ma nel senso che il pane e il vino indicano complessivamente il concetto del cibo per vivere. Le guerre furono fatte per questo, per ampliare le terre, per avere più risorse e avere più alimentazione.Ecco, fratelli e sorelle, anche la Nuova Creazione, la storia che ha iniziato il Cristo Risorto gira tutta  intorno al Pane e al Vino, all’Eucaristia, corpo e sangue del Cristo Risorto. Circa l’ Eucaristia dovremmo trattare i due più importanti aspetti: il sacrificio e il sacramento. Lasciamo da parte l’aspetto essenziale del sacrificio perché non c’è il tempo in una breve omelia per trattare a fondo il concetto di sacrificio, il concetto di redenzione, di remissione dei peccati e di giustificazione fatta mediante il sacrificio di Cristo. Ma riflettiamo piuttosto sul sacramento. Vorrei riflettere su due conseguenze che sono più alla nostra portata, e che sono quelle dell’Eucaristia come alimento, come comunione, come volgarmente si usa dire. In questa comunione, in questa comune unione, in questo mangiare il Cristo, succedono due fenomeni molto importanti. Il primo è l’incorporazione a Cristo Risorto. Cristo nel sacramento è presente, si offre come cibo da mangiare, e questa è una differenza sostanziale con tutte le altre religioni delle quali nessuna pensa di consumare il proprio Dio, la propria divinità. Ma qui è proprio Lui, è proprio il Cristo che ci ha detto:”Mangiate, prendete e mangiate.”La comunità ecclesiale ha consumato il Corpo di Cristo in tutte le celebrazioni eucaristiche, però qui succede un fenomeno molto importante che capovolge il nostro concetto  del mangiare. Vedete, quando noi mangiamo qualche alimento, il nostro organismo lo metabolizza per assimilarlo e poter così approvvigionarsi dell’energia necessaria per la vita. Qui no, qui succede il contrario. Qui noi mangiamo il Cristo, sì il Cristo entra in noi, ma è Lui che prende noi, ci metabolizza, ci assume e ci incorpora a un organismo misterioso, mistico, che si chiama il Suo Corpo Mistico e diventiamo membra di un corpo reale, fisico però sacramentale, evidentemente nel quale scorre una linfa vitale comune. Non siamo solamente membri di un club, di una scuola di pensiero, di uno stile di vita. Entriamo a formar parte come cellule viventi di un corpo nuovo. Ora, questo ha portato la riflessione teologica a un punto molto importante. Maurice de la Taille, un teologo francese, disse questa frase:”Se noi ci incorporiamo a Cristo ci concorporiamo tra di noi” inventando la parola concorporarsi. Ossia, se noi ci incorporiamo a Cristo mediante l’Eucaristia acquistiamo tra di noi un rapporto misteriosissimo ma potentissimo, diverso da qualsiasi immaginazione che noi possiamo farci delle unioni. E allora qui, fratelli e sorelle, c’e’ per esempio un paragone che potremmo fare usando l’immagine  della ruota. La ruota e’ un elemento che si compone essenzialmente di tre parti:il cerchione esterno, i raggi che convergono al centro, il mozzo centrale che e’ il nucleo che raccoglie tutti i raggi e poi si innesta sull’asse. Ebbene, noi siamo nel cerchio puntini dispersi, però quando noi ci uniamo mediante i raggi dell’Eucaristia al mozzo centrale, che è il Cristo, l’umanità del Cristo, posta al centro, allora ci innestiamo sull’asse della divinità perché Cristo è Dio. Ecco la cosa spettacolare! Allora fratelli e sorelle, cantare “ogni uomo è mio fratello” è una bella cosa, ma questa è semplicemente sociologia. Il problema fondamentale è che noi siamo diventati cellule vive che vivono la vita dal Cristo e se la interscambiano tra di loro. Questo fatto ha su di noi un effetto comunitario che nemmeno  possiamo immaginare. Fratelli e sorelle, allora, vale proprio la pena di riflettere seriamente sull’Eucaristia che è il centro della vita cristiana. Fratelli e sorelle, in quest’anno dell’Eucaristia, voluto dal defunto Papa Giovanni Paolo II, vediamo di approfondire le nostre conoscenze su questo sacramento, ma soprattutto di approfondire il flusso vitale con il quale ci prende, ci coinvolge, con quel flusso di vita divina che attraverso l’umanità di Cristo ci viene dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Così sia.

Ultimo aggiornamento ( sabato 25 giugno 2011 )
 
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