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31 Domenica 6^ di Pasqua (Il Valore aggiunto) rif. al 29/05/11 PDF Stampa E-mail

Sesta Domenica di Pasqua

 + Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,15-21)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.

Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.

Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

                                       Il Valore Aggiunto 

Carissimi amici, fratelli e sorelle in Cristo! Lo scrittore francese Victor Hugo disse una volta: “Le prediche dei preti sono lunghe, piatte e pesanti come lo spadone di Carlo Magno”Io vorrei che oggi la mia omelia fosse agile, leggera, incisiva e gradevole, ma soprattutto corta.E lo sarà, perché prenderò per la riflessione una sola frase che il Signore Gesù ripete due volte nel Vangelo : “Chi mi ama osserva i miei comandamenti”! Il problema è questo, ci sono due cose nella frase di Gesù, la dimensione dell’amore per Lui, “chi mi ama” e l’altra dimensione “agire in conformità ai suoi insegnamenti”. Durante la settimana, pensando a che cosa dire su queste due dimensioni, l’amore e l’azione, su che rapporto hanno tra di loro, mi è venuta in testa l’idea dell’”i.v.a”. Io non sono un economista perciò dico quello che mi hanno insegnato, cioè che l’i.v.a. è la sigla che indica l’imposta al valore aggiunto, ossia un qualcosa di più rispetto alle transazioni di compravendita di certe merci, sulla quale lo Stato ha creato un’imposta. Perché legalmente sia ben fatta la compravendita deve esserci il pagamento dell’i.v.a. allo Stato. Non mi interessa se è giusto o se non è giusto, mi interessa questo concetto di “valore aggiunto”. Ho visto, riflettendo bene, che la frase di Gesù aggiunge precisamente un valore in più a quello dell’osservanza dei comandamenti. Qui bisogna vedere i comandamenti. Noi sappiamo che Yahweh sul monte Sinai esternò a Mosè i comandamenti in forma molto chiara sulle famose tavole…. Ma fratelli e sorelle, questa non era una cosa nuova, era semplicemente l’esternazione della realtà preesistente nella creazione. Quando Dio creò l’uomo, lo creò e lo strutturò in maniera tale che sentisse in sè il rispetto per sè stesso, per il prossimo e per Dio. Difatti i dieci comandamenti parlano solamente di questo: il rapporto rispettoso che noi creature dobbiamo avere verso noi stessi, il nostro corpo, le nostre capacità, verso gli altri, la loro fama, i loro beni, verso Dio riconoscendolo come il valore supremo. Questo è naturale in tutti. Per questo nel catechismo si dice che i comandamenti sono di diritto naturale, strutturati da Dio perché Dio ci ha fatti così.Allora perché Gesù dice : “Chi mi ama osserva i miei comandamenti”? Nella supposizione che potessimo osservare i comandamenti di Dio in forma perfetta ma senza quell’altra dimensione dell’amore al Cristo, saremmo cristiani? E no, saremmo delle brave persone, dei bravi uomini, delle brave donne che osservano la legge naturale.Vediamo allora il valore della frase “se mi amate osservate i miei comandamenti”. Se vuoi essere cristiano tu devi osservare i comandamenti! Ma non in base alla purezza morale, alla bellezza del compimento di un dovere fatto per il perfezionismo personale, no, questo non è cristianesimo. E’ razionalità naturale, se fosse possibile. Se vogliamo essere cristiani dobbiamo osservare i comandamenti in ragione di quel valore aggiunto, quell’i.v.a. di Gesù. Il valore aggiunto è proprio fare tutte queste cose per amore. Dobbiamo inserire tutto questo nostro agire correttamente nel piano di Dio, che ci ha amati. Non solo, ci ha amati quando non eravamo degni di amore, si è fatto uno di noi, è morto per noi, ha pagato per noi e in questa maniera ci ha ridato la vita immortale, la vita di Dio e ci ha fatti figli di Dio ( cfr. 1 Giov. 4, 10 e ss. ). Allora, se io voglio essere cristiano, devo agire in conformità a ciò che la legge naturale mi chiede ma lo devo fare per amore a Cristo. E’ un principio difficile l’amore a Cristo. Dicono i filosofi che noi non possiamo amare una cosa che non conosciamo e allora ecco qui che pedagogicamente il primo passo che noi dobbiamo veramente fare è entrare sempre più profondamente nella conoscenza del Cristo mediante la Scrittura, mediante la Parola di Dio. Conoscere il Cristo! Vi consiglierei a questo proposito di leggere il libro di Mons. Francesco Lambiasi, “Cristo è morto, perché?”. Perché l’hanno crocifisso?Dà spiegazioni a tutte le domande, anche alla domanda che spesso ricorre: “Ma dove era Dio quando ha fatto morire Gesù?”, vedrete come lì c’è una spiegazione veramente approfondita di che cosa è il gesto infinito d’amore di Cristo che muore per noi.Fratelli e sorelle, io questo ve lo presento come una riflessione che a me ha toccato molto.Vedete, non basta essere buoni; il buonismo si, è la vita naturale, ma per essere cristiano io devo amare il Cristo e amando il Cristo amare tutto ciò che Lui ama, amare tutto ciò che Lui mi chiede e non avere nessuna paura perché Lui non mi chiede mai più di ciò che posso fare e posso sopportare. Fratelli e sorelle, che questa” i.v.a.” di Cristo, questo supervalore aggiunto, sia veramente il perché noi ci differenziamo da qualsiasi altra persona. Il cristiano non è solo una brava persona; è una brava persona che accetta l’inserimento nel progetto dell’amore di Dio per fare dell’umanità una sola famiglia, perché diventi poi famiglia di Dio nella casa del Padre, nell’Amore Eterno. Così sia. 

Ultimo aggiornamento ( sabato 28 maggio 2011 )
 
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