Home
Presentazione
Biografia
Pentagono della Sicurezza
Don Nicola con Noi
OMELIE Leggi
OMELIE AUDIO
Grazie Don Nicola
OMELIA Esequie
Ricordo Don Nicola
Catechesi sul Dolore
Contattaci
Scrivi un Messaggio
Collegamenti Web
Area Riservata
Cerca
28 Domenica 3^ di Pasqua (L'incontro con Cristo) rif. all' 08/05/11 PDF Stampa E-mail
                                     Terza Domenica di Pasqua

 (Dal Vangelo secondo Luca)

Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.

Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».

Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.

Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Parola del Signore

                                    L’incontro con Cristo

Carissimi amici, fratelli e sorelle in Cristo.Questo bellissimo racconto, anche molto ben descritto, è un’icona, come si usa dire oggi.Ossia un’immagine; di che cosa? Dell’incontro con Cristo.E’ il racconto di come questi due, Cleopa e il suo sconosciuto amico, hanno incontrato il Cristo Risorto.Per loro l’incontro con il Cristo e la conoscenza del Cristo era cominciata già da prima.In tre fasi sono arrivati alla pienezza dell’incontro con il Cristo.La prima fase fu quando Gesù, quel Galileo che veniva da Nazareth, era sceso in Giudea a predicare il Regno di Dio, il suo messaggio. Lì erano diventati discepoli di Gesù, lo avevano conosciuto, lo avevano trattato, avevano assistito alla sua passione, alla sua morte. Però lo avevano incontrato con un preconcetto, un pregiudizio. Avevano già in testa che cosa era questo Gesù; invece di andarlo a scoprire poco a poco loro sapevano già che Gesù, e questo era nell’immaginario comune degli Ebrei, doveva liberarli dalla servitù dei Romani e avrebbe ricostituito l’indipendenza di Israele.Avevano avuto un approccio con il Cristo però con categorie già fisse: Cristo deve essere così, il Messia sarà questo….Vedendo poi che il Cristo nella storia concreta era finito praticamente in un fallimento, allora tutto precipitò. Era avvenuta una catastrofe psicologica e perciò tristi se ne andavano per il sentiero verso il villaggio di Emmaus abbandonando un po’ tutto.La seconda fase dell’incontro con Cristo avviene lungo il sentiero mentre camminano e discutono. Un personaggio, che non riconoscono, si avvicina a loro e domanda cosa era successo. Loro glielo spiegano e Lui rimane veramente stupito. Ma come? Voi che eravate discepoli di questo Cristo non avete mai capito le scritture da Mosè a tutti i Profeti? La frase vuol dire questo: lungo tutta la storia di Israele Dio aveva predetto nelle Scritture Sacre ciò che al Messia si riferiva, cioè che avrebbe dovuto soffrire! Soprattutto spiegò loro il famosissimo passo del Profeta Isaia, che si chiama protoevangelo, ovvero vangelo ante litteram, cioè prima che succedesse. Isaia previde tante cose che poi si realizzarono nella passione del Servo di Yahweh, nientemeno che il Figlio di Dio. A quel punto i due si entusiasmarono perché la spiegazione era molto logica, articolata e dava l’impressione elegante che il progetto di Dio era proprio questo. Allora si entusiasmarono e si sentirono veramente gioiosi dentro ed erano contenti che questo maestro avesse spiegato loro questa cosa. Ma questo non bastò! Non bastava, perché non avevano ancora riconosciuto il Risorto in Colui che parlava loro. Entrarono in casa, avendolo invitato, si sedettero a tavola. Lui prende il pane, lo spezza e lo distribuisce loro.Fratelli e sorelle, loro che erano stati presenti quella sera del Giovedì Santo in cui Lui accomiatandosi nella cena pasquale degli Ebrei, dopo aver finito la cena prese il pane, lo spezzò e lo distribuì dicendo: “Mangiate e bevete questo pane e questo vino perché sono il mio corpo e il mio sangue”; si ricordarono e si aprirono loro gli occhi. In quel momento Gesù sparì.Tre fasi: nel sentiero della vita, nella Scrittura e alla “tavola del banchetto”.Fratelli e sorelle questa è anche la storia nostra!Noi abbiamo già conosciuto il Cristo, forse siamo nati in una famiglia cristiana, ci hanno insegnato a fare il segno della croce, siamo stati educati cristianamente, forse, perché adesso bisogna dire proprio forse; forse ci hanno fatto fare la prima comunione e la cresima e abbiamo conosciuto il Cristo, sì, come dice Giobbe nel suo libro “ per sentito dire”( Gb.42,5 ). Me lo hanno raccontato, e va bene, lo accetto….Ma non abbiamo stabilito con il Cristo (se non alcune anime che si sono lasciate permeare dallo Spirito Santo) un flusso vitale, un feeling profondissimo. Poi nella nostra vita siamo cresciuti, abbiamo avuto la possibilità di leggere la Scrittura sia in gruppo che individualmente e abbiamo visto che la Parola di Dio e il progetto di Dio è altro da quello che noi pensiamo. Ricordiamo il Profeta Isaia che diceva a nome di Dio: “I miei progetti, le mie vie, non sono i vostri….”(cfr. Is. 55,8). Ossia i miei metodi non sono i vostri metodi, Io la penso differentemente da voi.Allora abbiamo capito che, anche se sono una persona intelligente,  devo sottomettere la mia intelligenza all’intelligenza divina, il mio pensiero a quello di Dio e accettare il suo progetto.Però anche lì non siamo ancora arrivati a ciò che Cristo vuole da noi. Un rapporto che diventa amicizia. Quell’amicizia che diventa amore.E allora? Siamo arrivati forse al dunque; speriamo che il Cristo ci si riveli qui, nell’Eucaristia, alla tavola dove Lui spezza il pane e distribuisce questo pane e dice: “Questo è il mio corpo”.Noi mangiamo il Cristo Risorto!Fratelli e sorelle, questo è conoscere Gesù Cristo, questo è incontrarsi con Lui.Esaminiamo la nostra vita per vedere a che punto di queste tre fasi siamo. Chiediamo allo Spirito Santo e adattiamoci alla obbedienza a questo Spirito per poter veramente incontrare Cristo, ma in quel flusso vitale in cui Lui è un Uno per me, io sono qualcuno per Lui, ma non solamente così in generale, sociologicamente, perché questo non soddisfa e non è questo che vuole il Cristo da noi.Cristo vuole un rapporto personale, profondo e vitale con noi, e allora  potremo uscire e ritornare alla Gerusalemme dell’umanità per comunicare ai fratelli che il Cristo Risorto è vivo e dà il senso alle nostre esistenze. Così sia. 
Ultimo aggiornamento ( domenica 08 maggio 2011 )
 
< Prec.   Pros. >