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27 Domenica 2^ di Pasqua (Gesł venne dove si trovavano i discepoli) rif. all' 01/05/11 PDF Stampa E-mail

Seconda Domenica di Pasqua

( Dal vangelo secondo Giovanni )  Gv 20, 19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

 

“Gesù venne dove si trovavano i discepoli..."

 

Carissimi amici, fratelli e sorelle in Cristo!Il Vangelo di oggi ci presenta tematiche molto interessanti, validissime per la riflessione. Nominiamole solamente e poi mi concentrerò su un aspetto sul quale non si riflette spesso.Prima di tutto c’è il problema della fede.La fede di colui che non vedendo crede e la lode che il Signore Gesù ha fatto a tutti noi che, non avendolo visto risorto, crediamo nel Cristo Risorto. C’è nella seconda lettura il caso della comunità cristiana che si radunava al principio. E qui c’è il pericolo di mitizzare questa comunità cristiana che era composta da pochi membri, ma quando divennero migliaia e migliaia non era più possibile applicare a loro ciò che si applicava alla prima comunità cristiana.Poi, terzo, c’è il potere di perdonare i peccati dato da Gesù agli Apostoli.Orbene non mi concentrerò su nessuna di queste tre cose.Mi concentrerò su una frase che è ripetuta due volte nel Vangelo: dove si trovavano i discepoli riuniti per timore dei Giudei venne Gesù.Otto giorni dopo, dove erano riuniti i discepoli, venne nuovamente Gesù!Ossia, Gesù sceglie i momenti per apparire alla comunità quando questa comunità è riunita.E qui si ripete da allora e per tutti i secoli questo: Gesù Risorto appare alla comunità, si fa presente nella comunità, nelle riunioni dove si incontrano i cristiani.In questi giorni voi avrete sentito attraverso la radio e la televisione le interviste che i giornalisti fanno ai pellegrini, ai devoti, ai fedeli che pregano per il Papa. E avrete sentito anche una frase come questa: “Guardi io sono credente ma non praticante perché vado poco a Messa…., però quest’uomo…..” ecc. Fratelli e sorelle è nel senso comune, nell’immaginario comune questo fatto: è cristiano colui che va a Messa. Ed è su questo che dobbiamo riflettere.Vedete, la presenza di Cristo nella comunità era già stata annunciata da Lui: “Dove due o tre di voi si riuniscono nel mio nome lì ci sono io”(Matt. 18,20), poi ha detto: “Sarò con voi fino alla fine dei tempi”(Matt. 28,20).E questo è un tipo di presenza, quello che io chiamerei presenza base di Gesù nella comunità, ossia diventiamo noi un segno sacro che quando ci riuniamo obblighiamo il Cristo ad essere presente con noi, l’ha detto Lui. Però ci sono riunioni e riunioni, ci sono riunioni nelle quali preghiamo con il Rosario, si legge la Parola di Dio, si commenta e si riflette su di essa, riunioni catechetiche, riunioni organizzative della comunità cristiana, e lì c’è la presenza di Cristo, ma è “la presenza base”.Ma c’è una presenza del Cristo Risorto in una forma spettacolare, che è questa: delle domeniche, quando noi ci riuniamo e si celebra l’Eucaristia.Qui viene il problema. Come è possibile che Cristo che è risorto ed è nella sfera di Dio, non sappiamo come, però non è più nel tempo e nello spazio come siamo noi, è in un’altra dimensione, nella dimensione divina che chiamiamo eternità, come può crearsi questo contatto con il Cristo?Ebbene il Cristo ha inventato una cosa spettacolare: ha dato a noi una capacità, una potenzialità di fare dei gesti sacri che si chiamano tecnicamente Liturgia ( dal greco: azione sacra).Che cosa è quest’azione sacra? E’ una gestualità attraverso la quale noi superiamo il tempo, spacchiamo lo spazio e penetriamo nella dimensione divina dove il Cristo Risorto, con il suo corpo, è presente fisicamente!    Fisicamente, come?  Fisicamente si contrappone a moralmente ( spiritualmente ), nel ricordo, come quando ci sediamo nel salotto di casa e guardiamo l’album delle fotografie, questo è un ricordo, fatto di idee, di pensieri.Invece nella riunione domenicale non è solamente un ricordo. E’ una presenza veramente fisica, in forma sacramentale nella consacrazione del pane e del vino, d’accordo, però è fisica.Non è solamente che venendo qui la domenica io penso al Cristo. No, no, quando prendo il pane e il vino e li consacro, qui viene il Cristo Risorto e quando Lui mi si da in alimento ed io lo mangio allora succede una cosa spettacolare, l’ho già detto altre volte ma è bene ripeterlo specialmente in questo anno dedicato alla SS. Eucaristia.Quando noi mangiamo un pezzo di pane o ci alimentiamo con qualsiasi altra cosa il nostro organismo ha la capacità di metabolizzare, ossia elaborare le capacità energetiche di quell’alimento, trasformarle, farle funzionare per farle diventare energia corporea. Quando io ricevo il pane eucaristico, il Cristo Risorto nell’ Eucaristia, succede il contrario: Lui mi assimila, mi metabolizza in se stesso, e allora noi possiamo arrivare a dire quello che dice San Paolo: “ Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”( cfr Gal. 2,20 ).Fratelli e sorelle, questo è il potenziamento della domenica che il Papa ci chiede: dare importanza a questa riunione domenicale, che non è un obbligo, è un bisogno, perché noi non possiamo essere figli di Dio se non ci alimentiamo. Il Battesimo che abbiamo ricevuto può rimanere “bonsai”, rachitico, non svilupparsi e può rimanere inerte. Si, sarò sempre battezzato, ma non funziona più.E allora abbiamo assoluto bisogno dell’energia che ci viene dal Cristo, e ce la da nell’Eucaristia, perché qui c’è il Cristo Risorto, la vita nuova, la nuova creazione. Ed è questo il fatto spettacolare.Ogni volta che ricevo il Cristo mi da potenza divina, mi comunica vita divina, e quanto più ricevo il Signore e mi apro a Lui lasciandomi impregnare della sua divinità e della sua forza, tanto più divento figlio di Dio e cresce in me la divinizzazione. Questo fenomeno ai nostri fratelli orientali della Chiesa ortodossa li fa entusiasmare di gioia e di amore. Su questo puntano tutta la loro mistica, i loro Santi, in questo processo di crescita verso la divinità.Allora in questa maniera noi diventiamo il lievito dell’umanità per collaborare con ciò che il Cristo è venuto a costruire: l’unità di tutti gli uomini, per fare di tutti gli uomini una sola famiglia affichè poi diventi la famiglia di Dio.Fratelli e sorelle, io vorrei terminare proprio con una specie di preghiera su questo: “Fa o Dio che la giornata del Signore, la dies dominica, sia veramente il giorno di appuntamento con il Cristo Risorto che mi alimenta, mi divinizza e così la mia vita diventa una nostalgia di futuro”. Come chi cammina verso una vetta e sa che è lì, si sforza e lotta, noi dobbiamo semplicemente  alimentarci del Cristo, lasciarci permeare da Lui, e così avremo sempre puntato il nostro sguardo sul futuro, sulla casa del Padre, dove tutto sarà gioia, felicità e grazia.Fratelli e sorelle questo vi auguro in questi giorni pasquali.Così sia.
 
Ultimo aggiornamento ( domenica 01 maggio 2011 )
 
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