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25 Domenica delle Palme rif. al 17/04/11 PDF Stampa E-mail

                                         Domenica delle Palme 

Dal vangelo secondo Matteo ( Mt 21, 1-11)

Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”».
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea». 

                                                        

 Carissimi amici, fratelli e sorelle in Cristo. Eccoci arrivati alla Domenica che chiude la Quaresima, in realtà la Quaresima si chiuderà mercoledì prossimo, però questa è l’ultima domenica di Quaresima ed è anche, allo stesso tempo, la domenica che da inizio alla cosiddetta “settimana santa”. E’ la domenica delle palme, nella quale la Chiesa ricorda l’entrata trionfale di Gesù Cristo in Gerusalemme per celebrare la Pasqua ebraica e per dare inizio alla sua passione, morte e risurrezione.In quella occasione fu accolto con lo sventolio di rami frondosi, probabilmente di ulivo e di palme, abbondanti nella zona.Questi giorni sono i più santi di tutta l’annata. La liturgia evidenzia specialmente nel triduo pasquale del giovedì, venerdi, sabato e domenica: la cena del Signore, la passione di Gesù, il passaggio dalla morte alla  vita vera nella risurrezione.Questo è il “top” delle celebrazioni liturgiche dell’anno.Qual è la nostra realtà, oggi, di fronte a questo evento che si chiama Pasqua, ossia passaggio?Oggi la Pasqua, se osserviamo e ci guardiamo intorno, è un affare di commercio, abbigliamento di primavera, saldi, colombe, pastiere….Dalla parte del turismo è una settimana breve di vacanze ai monti o al mare, oppure in zone di folklore religioso specialmente dove ci sono spettacoli, coreografie e sagre….Sono tutte cose buone, ma non costituiscono il nucleo della festività di Pasqua, sono sovrastrutture che si sono andate depositando, secolo dopo secolo, sul nocciolo centrale del mistero  e così, purtroppo, nascondendocelo. Bisogna riscoprire questo nocciolo e a questo proposito voglio ringraziare il Signore che in questa settimana mi ha fatto ritrovare una parola che da anni stavo cercando.Sempre mi aveva preoccupato la parola “memoriale”. Perché la Chiesa parla del memoriale del sacrificio di Cristo, del memoriale della passione di Cristo, di celebrare il memoriale e non dice semplicemente memoria, ricordo, commemorazione?In una nota di un messale ho trovato la parola “ziccaron” che è la parola ebraica utilizzata dall’autore sacro per definire la festa pasquale nel libro dell’Esodo (Es.12,14).E’ un ricordo specifico, è una parola che si addice alla festa speciale della Pasqua che però noi abbiamo tradotto con la parola ‘memoriale’. Difatti la parola memoriale deriva da memoria, la memoria è un ricordo, ma noi di ricordi ne abbiamo di vari tipi: un ricordo cronologico semplicemente chimicamente puro, asettico; per esempio io sono andato a Roma una settimana fa per lavoro, un fatto cronologico senza maggiore incidenza nella mia psiche. Ci sono poi ricordi con coinvolgimento spirituale, sentimentale: domani ricorre l’anniversario della morte di mia madre e questo, allora, provoca in me dei movimenti, eccetera. Ecco questi sono ricordi con partecipazione emotiva.Poi ci sono le commemorazioni, le memorie. Nelle commemorazioni si fa memoria,  per esempio con il ricordo di Giulio Cesare nel “De Bello Gallico” che narra la guerra per la conquista della Gallia. Ci sono commemorazioni nazionali di memorie fatte in comunità per esempio: il 25 Aprile, la giornata della Liberazione, il 4 Novembre con la giornata delle Forze Armate, ecc.Ma quando il Signore fa usare la parola “ziccaron” per indicare la Pasqua che sarà una festa grande, la più grande degli Ebrei, per tutte le generazioni, fino alla fine del mondo, con questa parola indica qualcosa di più di un semplice ricordo asettico o di un ricordo sentimentale, indica la celebrazione di un ricordo con una misteriosa presenza, una “presenza” del personaggio che noi stiamo ricordando e che incide in noi. Non abbiamo esperienza naturale di questo perché siamo legati al tempo e allo spazio che ci racchiudono qui e ora.Un fatto come la passione, la morte e la risurrezione di Cristo, che è successo in un altro momento della storia e in un altro posto, è entrato con le sue conseguenze nell’altra sfera, nella metastoria, quello che noi chiamiamo eternità. In questa eternità mediante uno “ziccaron / memoriale” noi possiamo metterci in contatto vitale con questo fatto che è successo. Ma come? E’ successo nel passato! Si, però è misteriosamente presente nell’eternità. Ed ecco che il Cristo ha dato al suo corpo mistico la capacità di gesti sacri, chiamati liturgia, che vuol dire proprio azione sacra, affinchè mediante queste azioni sacre-liturgiche noi, corpo mistico di Cristo, potessimo metterci in contatto con quell’altra sfera che noi chiamiamo eternità, in quell’altra dimensione della presenza di Dio in cui c’è il Cristo risorto, con tutta la sua umanità, anima e corpo.In certi momenti dell’anno, come in questo triduo pasquale, e comunque lo facciamo tutti i giorni con l’Eucaristia, sono specialmente intensi i momenti in cui rompiamo il muro dello spazio e del tempo e facciamo in modo che l’eternità penetri nel nostro piccolo tempo e così possiamo vivere la presenza del sacrificio di Cristo ogni giorno, la sua passione, morte e risurrezione, ogni giorno!Come vivere allora tutto questo? Non basta avere un ricordo cronologico, non basta avere un ricordo sentimentale, abbiamo bisogno di capire che la passione, morte e risurrezione del Cristo incidono sulla mia vita. Ma io non ho la forza per entrare in quello spazio e allora ecco che San Paolo nella sua lettera ai Galati ( Gal. 5,16 ) ci dice: “Lasciatevi guidare dallo Spirito”.E’ chiaro che non basta per un cristiano ricordare che nel calendario ci sono le feste pasquali per andare a fare una vacanza sulla neve, questa è un cosa buona, ma non basta più! E non basta partecipare alle manifestazioni religiose della settimana santa, non basta. Abbiamo bisogno di metterci in contatto diretto con il Cristo morto e risorto, presente qui, in questo istante. Dobbiamo penetrare nel mistero della sua presenza, ecco cosa vuol dire la liturgia pasquale.Lasciarsi guidare dallo Spirito significherà che lo Spirito con molta intelligenza, ad ognuno di noi ci farà sentire ciò che più è in sintonia con noi tra i personaggi di questa tragedia pasquale: se ti senti Simone di Cirene porta la tua croce come Cristo portò la sua, aiuta i tuoi amici e compagni vicini e continua la sua passione aiutandoli a portare la propria croce; se ti senti un peccatore come il buon ladrone non fissarti sulle tue ragioni, anche se il tuo cuore ti condanna, Dio è più grande del tuo cuore, ti dice Giovanni evangelista nella sua lettera ( cfr. 1 Giov. 3,30 ). E se ti senti una delle pie donne che sulla strada del calvario asciuga il volto di Cristo con i tuoi gesti di carità, asciuga tu le lacrime dei poveri e dei sofferenti. Se ti senti lontano, semplicemente come uno spettatore, pensa che oggi, qui e ora, in questa Pasqua assisti all’atto supremo di Colui che ti vuole felice accanto a sé e per te muore. Questi suggerimenti che vengono dal vescovo San Gregorio, ti aiutino ad una partecipazione vitale a quest’unica ed eterna Pasqua di Cristo.Così sia.     

Ultimo aggiornamento ( sabato 16 aprile 2011 )
 
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