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21 Domenica 2^ di Quaresima (In cammino) rif. al 20/03/11 PDF Stampa E-mail

                                     Seconda Domenica di Quaresima

( Dal vangelo secondo Matteo )  Mt 17, 1-9

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».                                                     

                                           In cammino 

Un denominatore comune attraversa le tre letture di oggi e con chiarezza ci propone il messaggio della catechesi quaresimale di questa seconda domenica. Abramo e’ invitato a lasciare la sua terra, le sue sicurezze, la sua cultura per avventurarsi nel deserto alla ricerca di una terra che gli e’ stata promessa da Dio come portatore del monoteismo, lui che viene dalla città di Ur dove regna il politeismo. Seconda icona: Pietro, Giacomo e Giovanni sono invitati da Gesu’a lasciare l’oscurità della pianura per salire con lui sulla chiarezza della montagna dell’illuminazione e spingere così il loro sguardo oltre i limitati confini dell’orizzonte giornaliero. E infine noi siamo stati trasportati dalle tenebre alla luce nel nostro battesimo per essere sommersi nella morte e resurrezione di Gesu’Cristo. Queste le tre letture che ci sono proposte per uscire da qualche situazione consolidata per avviarci verso nuove realtà. Ed e’ precisamente su questo aspetto che vorremmo riflettere in questa domenica. La Quaresima di quest’anno , ci invita ad uscire, ad abbandonare le nostre sicurezze per avventurarci verso nuovi orizzonti. Da dove uscire? Quali sicurezze abbandonare? Vorrei comunicarvi una mia personalissima  impressione che vi prego di sottoporre però a considerazione con beneficio d’inventario. A me pare che non pochi cristiani, osservanti e praticanti, per carità qui non c’e’ nulla da eccepire in questo, sia laici che religiosi e religiose, stiano vivendo un cristianesimo ben tipico, certamente ognuno a modo suo, ma alcune cose in comune mi pare che si possano evidenziare. Da’ l’impressione, almeno a me, che si viva un cristianesimo consolidato, soddisfatto e tranquillo delle cose ben fatte: il cristianesimo del “non c’e’ più niente da scoprire, oramai sappiamo già tutto”. Un po’ come quelle coppie in cui subentra la noia del vivere insieme e del “non abbiamo più nulla da dirci”. E’ una situazione bloccata, ci si sente rinchiusi, ma senza essere soffocati e perciò tranquilli; ma anche senza ulteriori sollecitazioni verso altre novità che chissà come saranno. E’ una vita cristiana bloccata e circondata da alti muri che, se  ti danno l’impressione di sicurezza,  non ti lasciano lanciare il tuo sguardo oltre quello stretto orizzonte della parete che hai di fronte. Muri che poi se li guardiamo per bene, esaminandoli un po’più a fondo sono muri di diffidenza, di paura, di presunzione, di ignoranza, di non voler scuotere le situazioni consolidate: una situazione nella quale, forse, si sopravvive ma non si vive. Ed ecco l’invito di oggi a lasciare le nostre sicurezze. Uscite dai vostri castelli e fortezze murate ! Anni fa’ una suora di clausura, una benedettina inglese, che abbandonò il proprio convento per un’altra vocazione, scrisse questa sua storia usando come titolo un versetto del Salmo che diceva: “Per Deum meum transilio murum.” Lei lo tradusse in inglese: “I lept over the wall” ossia “Io ho saltato oltre la parete”, con l’aiuto del mio Dio ho travalicato il muro. Ma qui forse risulta molto difficile saltare al di sopra del muro che abbiamo attorno a noi, qui ci vorrebbe precisamente il tritolo per far saltare questi muri in aria. Sarebbe una vera liberazione, sarebbe precisamente l’obiettivo di questa vera Quaresima. Lasciare le sicurezze, ma per andare dove? Verso che cosa? Fate saltare i muri, abbattete i reticolati di filo spinato. Bisogna uscire all’aperto a respirare un’altra aria. Certamente comporta dei rischi  e dei problemi di adattamento, giacchè si inizia una nuova maniera di vivere il cristianesimo. E’ l’avventura alla quale Dio ci chiama come ha chiamato Abramo. Ma uscendo dalla metafora, qual’e’ il vero contenuto del cambio che dobbiamo effettuare? Mi pare che dobbiamo passare da un cristianesimo così consolidato, giuridico, ad un cristianesimo con un rapporto più personale con il Signore Gesu’. Alcune domeniche fa mi pare, dicevamo che la Nuova Legge non e’ un codice con tanti articoli, commi e paragrafi, ma è una persona, Gesu’ Cristo. Il cristianesimo, la Legge del cristianesimo e’ una  persona, e’ Gesu’. Allora l’osservanza della nuova Legge sarà soprattutto stabilire un rapporto personale sempre più profondo con Gesu’, il Cristo. E questo e’ un lavoro che non finisce mai, del quale non possiamo mai considerarci soddisfatti. Ecco allora la nostra marcia continua verso Cristo, in un approccio sempre più profondo, approccio che mi porterà ad accettare sempre più intensamente quanto Cristo mi chiede. Quanto più grande sarà l’amore, tanto più grande sarà il coinvolgimento. Allora capiremo quanto Gesu’ ha detto: “Vi do un solo comandamento: amatevi gli uni e gli altri, amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, amatevi come io vi ho amato” , cose che, in un’impostazione che non abbia alla base questo vero amore verso il Cristo, sarebbero impossibili da eseguirsi. Passare da un cristianesimo sedentario e pantofolaio a un cristianesimo di pellegrini che camminano verso un futuro sempre nuovo. Anni fa quando cadde il muro di Berlino, Milva, la cantante, dall’Alexander Platz, della porta di Brandeburgo in Berlino, che una volta era la divisione tra l’est e l’ovest, prima di cominciare la sua canzone, disse che si trovava precisamente di fronte al muro che una volta separava la citta’ di Berlino in due, ma che ora il muro alle sue spalle era stato sventrato, si erano aperte le brecce che permettevano la circolazione dall’una all’altra parte. Sorelle e fratelli, lasciamoci anche noi i nostri muri alle spalle, quei muri che rinchiudono la nostra vita cristiana in angusti limiti stretti e soffocanti per andare oltre, verso la libertà di Cristo, per poter vivere con gioia la nostra vita cristiana che non e’ soffocamento asmatico, ma e’ ampio respiro di libertà, di quella libertà che Cristo ci ha dato.  Così sia. 

Ultimo aggiornamento ( domenica 20 marzo 2011 )
 
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