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19 Domenica 9^ Tempo Ordinario (Dire e fare) rif. al 06/03/11 PDF Stampa E-mail

                                    Nona Domenica del  Tempo Ordinario

 Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,21-27) 

 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi? Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».                                                  

                                          Dire e fare 

 Carissimi fratelli e sorelle in Cristo , amici tutti.  Questo tempo ci viene dato dal Padre come “tempo di preparazione” : una nostalgia di futuro , di cose che abbiamo già adesso ma non ancora in “pienezza”.  E’ nostalgia di “pienezza” di un tempo che verrà ! Abbiamo la Speranza che diverrà vera realtà quando il Padre mostrerà: “Il vero volto dei suoi figli” , come dice San Paolo (Rom. 8,19) . Ma questo volto che si rivelerà nella nuova dimensione del nostro essere , ha assoluto bisogno fin d’ora  della nostra cooperazione ; ha bisogno del terreno , dei materiali , pietre , mattoni , legno , ferro ecc. per costruire la “casa sulla roccia”  , come dice Gesù nel Vangelo.Ecco dunque che questo “tempo ordinario” ha un obiettivo straordinario , straordinariamente importante che è quello di costruire questa “casa” che si prepara già fin d’ora. Si tratta di costruire il nostro futuro già adesso . Ma per costruire il futuro non basta pensare, ideare , progettare , pianificare , ossia restare nella fase del “dire” , ma è necessario  il “fare” ! Ecco perché il Cristo ci dice nel Vangelo di oggi:  ”Non chi dice Signore , Signore ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli “ ;ed il detto popolare ci ammonisce dicendo “ tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Nel Vangelo , dunque, si dà la preminenza al “fare” ma  abbiamo pure San Paolo che nella sua lettera ai Romani dice : “Noi  riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede,  indipendentemente dalle opere della Legge” (Rom. 3,28).Fratelli e sorelle , quì siamo quasi in presenza di una apparente contraddizione di termini !San Paolo evidenzia la fede , nel Vangelo si evidenziano le opere .Il chiarimento proviene dal Vangelo , nelle parole che Gesù dice in un'altra occasione:   “Non crediate che io sono venuto per abolire la Legge , sono venuto per darle significato pieno”  . Ossia i fatti che esige la Legge è bene che si facciano,  ma devono attuarsi con un “senso” che li completi . Questo “senso” che completa è : l’Amore .  Vedete !  Io posso fare  delle cose perfettamente corrette , osservare delle leggi nel minimo dettaglio . Questo lo posso fare per protagonismo personale, per estetismo perfezionista dell’azione , per un sociologismo solidale . Queste cose sono giuste , ma non è cristianesimo ! E’ il buonismo di chi fa le cose per bene ed ha coscienza . Ma per essere cristiano io devo fare queste cose sopratutto con Amore . Gesù ci dice: “Amatevi gli uni e gli altri “. E’ necessario osservare la Legge per Amore . Non basta “credere” e non basta “fare” ! Bisogna fare , credendo nell’Amore,  vivendo nell’Amore. Perciò un buonismo faccendiero , di chi fa bene le cose ma non le fa perché lì c’è il Cristo, non è cristianesimo. Cristiano è colui che aiuta il fratello perché lì , nel fratello, c’è il Cristo. Il Signore stesso ci dice : “Ciò che avete fatto a uno di questi fratelli miei più piccoli l’avete fatto a me”.  E’ il Cristo stesso che si maschera, e sotto le azioni che noi facciamo dobbiamo cercare sempre l’Amore del Cristo. Anche i fratelli che non sono arrivati alla fede sono amati da Dio come siamo amati noi. Sono comunque chiamati alla fede ed io devo già vedere in loro la possibilità di un figlio di Dio . Ecco allora che tra il dire e il fare ho travalicato il mare con il salto dell’Amore!  Questo è il messaggio che la liturgia pedagogica oggi ci comunica :“Amatevi gli uni e gli altri “. Solo con questo noi diamo senso completo al nostro fare. Lo facciamo si, e lo facciamo perchè il Cristo si è incarnato ed è presente in ognuno di noi ed in ognuno dei nostri fratelli.Questo è il cristianesimo che dice e che fa. Così sia.

Ultimo aggiornamento ( sabato 05 marzo 2011 )
 
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