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12 Domenica 2^ Tempo Ordinario (La chiamata) rif. al 16/01/11 PDF Stampa E-mail

                       Seconda Domenica del Tempo Ordinario

( Dal vangelo secondo Giovanni )  Gv 1, 29-34

 In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

                                        La Chiamata 

Terminato il ciclo natalizio ci troviamo di fronte a un pacchetto di cinque domeniche che ci separano dalla prima domenica di Quaresima.Come mai questo pacchetto di domeniche inserito tra il ciclo natalizio e il ciclo della quaresima che ci prepara per la Pasqua ? Il fatto è che il Natale ha una data fissa, il 25 dicembre e il ciclo natalizio  finisce con la domenica del Battesimo, che è considerata la prima domenica del tempo ordinario e segue il ciclo del movimento solare, mentre il ciclo pasquale preparato da 40 giorni di quaresima, non ha data fissa. La Pasqua si celebra nella prima domenica immediatamente dopo il plenilunio di primavera e siccome il plenilunio oscilla nella data, per il fatto che il ciclo solare non coincide con quello lunare, così tra il periodo fisso del Natale che conclude con il battesimo di Cristo e l’inizio del ciclo pasquale che inizia con la preparazione della quaresima, si produce un vuoto di una serie di domeniche, la liturgia le riempie con domeniche prese dal tempo ordinario che viene dopo Pentecoste. Quest’anno ci toccano 5 domeniche del tempo ordinario. Dovendo fare i conti con questo tempo, detto “tempo ordinario”, dobbiamo vedere che cosa significa, che importanza ha, che caratteristiche vi sono nella sua celebrazione.Anzitutto il “tempo ordinario” non celebra né contempla i grandi misteri di Dio che si inserisce nella storia degli uomini come gli altri cicli, di Natale, di Pasqua, di Pentecoste, ma la liturgia nella lettura della Sacra Scrittura ci propone sempre delle tematiche pratiche per la nostra vita quotidiana: sarebbe come una serie di istruzioni per l’uso e avvisi per gli acquisti.Per esempio queste cinque domeniche: nella prima domenica del tempo ordinario che è il battesimo di Cristo inizia la funzione pubblica di Gesù, nella seconda domenica il Cristo chiama ognuno nella forma personale, nella terza domenica le letture ci parlano dell’acqua che disseta cammin facendo, nella quarta domenica Cristo è la luce che illumina il nostro cammino e nella quinta domenica Cristo è la vita che ci soddisfa in pieno.In questa seconda domenica del tempo ordinario Cristo ci invita ad andare da lui, è la domenica della chiamata, quella che potremmo dire vocazione. Nella seconda lettura leggiamo “egli ci ha chiamati con una vocazione santa” ( 2 Tim. 1,9 ). E come chiama ?Innanzitutto l’iniziativa è sua, non sono le nostre buone opere, la nostra bontà ad obbligarlo, è solamente la sua generosa bontà che ha su di noi un progetto peculiare. Presentiamo due icone: Dio invita Abramo ad andare verso l’ignoto abbandonando le sicurezze che ha, fidandosi perciò solamente della parola di Dio e i tre apostoli sono invitati a vedere sulla montagna un bagliore della sua futura gloria.Ecco, fratelli e sorelle, noi dobbiamo liberamente scegliere: lui chiama per mezzo delle nostre inclinazioni, delle nostre capacità, delle qualità che ci ha dato, delle occasioni che ci presenta, delle ragioni che noi scopriamo, le condizioni e le situazioni, ma a noi tocca la scelta fatta liberamente, ma questa scelta significa scartare, lasciare da parte altre possibilità senza rimpianti.E su che cosa posso fare questa scelta ?Una sola è la base: la fiducia in Lui !Perciò è necessario assolutamente un rapporto vitale con il Cristo, che è la voce del Padre, e rapportarsi con Cristo si chiama preghiera, perché è contatto con Dio, ma deve essere fatto con costanza.Ebbene, Dio mi ha chiamato. La domanda è: come ho risposto? Ho sbagliato ? Non ho risposto? Ho fatto orecchie da mercante?Fratelli e sorelle, c’è tempo ancora per accettare la situazione e cambiare rotta!Non rimpiangiamo ciò che avrebbe potuto essere perché quello è assolutamente inutile, è una perdita di tempo che ci rovina psicologicamente, ma piuttosto riflettiamo seriamente che siamo collocati nel progetto di Dio che è infinito amore, che ci vuole salvi (come dice nella lettera a Timoteo capitolo 2, versetto 4), che per questo ci ha collocati nel suo progetto di salvezza (capitolo 8 della lettera ai Romani versetto 28 parte seconda), e per questo, affinché questo sentiero di salvezza che lui ci ha tracciato, non venga ostacolato da  niente, orienta verso il bene tutto ciò che ci succede (prima parte dello stesso versetto 28 del capitolo 8 della Lettera ai Romani). E poi in fin dei conti è fedele e non permetterà mai che noi siamo provati al di là della nostra capacità di resistenza, che se la prova è grande ci dà i mezzi per poterci confrontare con essa (prima lettera ai Corinzi capitolo 10 versetto 13).E questo, fratelli e sorelle, però, dipende dalla mia libera scelta, dalla mia volontà.Lui mi offre la salvezza, lui mi traccia la strada, lui mette a disposizione mia tutto ciò che mi è conveniente, tocca a me accettare senza avere pretese di razionalizzare e di avere ragione io. Ebbene, perché questo? Perché devo domandarmi, qual è la situazione migliore per me? In forma assolutamente teorica potrebbe essere diverso, la mia salute invece della mia malattia, però, fratelli e sorelle, nella concretezza dei fatti io sono inserito anche con la mia malattia nel progetto divino, nel progetto di Dio e quella è la strada che mi porta alla casa del Padre, lui mi chiama ad andare da lui, per mezzo del Cristo, mi chiama ad andare alla casa del Padre.Fratelli e sorelle, liberamente riflettiamo sulla importanza di che cosa sia meglio fare: le nostre impostazioni, i nostri piani, le nostre idee, fatti anche con intelligenza, oppure il piano, l’idea, il sentiero di salvezza che l’infinita intelligenza di Dio mi traccia?Fratelli e sorelle, di fronte a questo non c’è dubbio, ci conviene seguire ciò che Dio ci propone. La sua intelligenza è Dio stesso, infinita come lo è la sua essenza divina.Così sia. 

Ultimo aggiornamento ( domenica 16 gennaio 2011 )
 
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