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39 Domenica 17^ Tempo Ordinario (La preghiera) rif. al 25/07/10 PDF Stampa E-mail

                           Diciassettesima Domenica del Tempo Ordinario    

 Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,1-13)

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

                                            La preghiera

Il nucleo centrale del messaggio liturgico di questa domenica è la domanda fatta, al Signore, da uno dei suoi discepoli : “Signore, insegnaci a pregare!”(Luc. 17,1).La risposta di Gesù fu :”Quando pregate dite: Padre !”(Luc.17,2). La prima lettura ci porta l’esempio di Abramo quale uomo di preghiera che intercede per altre persone e la seconda lettura, invece, ci parla della nostra misteriosa solidarietà con Cristo. Tale solidarietà ci è stata da Lui donata inserendoci ,mediante il battesimo, nel suo Corpo Mistico nel quale circola la stessa vita divina , animata dallo Spirito Santo, che fa della nostra personale preghiera, l’ espressione esterna ed attuale della stessa preghiera che Gesù orientava a suo Padre ed orienta, in questo istante, come Vittima alla presenza di Dio, nell’eternità.Esiste una preghiera “naturale” , quasi come gesto istintivo dell’umanità verso forze superiori. La fragilità umana, l’impotenza di fronte a forze e fenomeni naturali che non potevano evitare, subendone le conseguenze funeste, spinsero gli uomini primitivi ad attribuire ad esseri superiori la causa di detti fenomeni. Da questo nacque l’esigenza di chiedere, in vari modi, la protezione a questi esseri superiori, a queste divinità, dando forma ad espressioni di riti religiosi sia in maniera singola che comunitaria. La rivelazione di Dio ad Abramo , con la promessa di farlo diventare un popolo più numeroso delle stelle del cielo , ci porta a conoscere tante altre forme di preghiere , dirette all’unico Dio-Yahwè, lungo tutta la storia del popolo ebraico.Abbiamo esempi di preghiera singola come la preghiera solenne di Salomone, appena finito la costruzione del Tempio(2Cron. 6) ; la preghiera del re Davide al Signore, dopo che il profeta Nathan gli disse che il Signore non gli avrebbe permesso di costruire il Tempio(2 Sam.7) ; la preghiera di Anna  che chiede un figlio al Signore (1 Sam. 1,14).La preghiera pubblica (la liturgia sacrificale, le varie purificazioni) veniva  precisata con chiarezza , anche nei dettagli , nei libri della Torah= la Legge.La preghiera cristiana ha scombussolato totalmente la forma di pregare. Con le parole: “Quando pregate dite : Padre!”(Luc.17,2) , il Signore rivoluzionò il rapporto dell’uomo con Dio. Cristo ci ha insegnato che Dio è il Padre buono che è nei cieli , il Padre che ci ama , in uno spirito di famiglia. Siamo stati invitati a rapportarci con Dio come con un vero padre infinitivamente buono , che ci ama in una forma che non possiamo nemmeno immaginare. Questo è il cambiamento radicale , elemento specifico della preghiera cristiana verso Dio : un rapporto filiale verso il Padre-Buono. In contrasto con le forme di preghiera che si riferivano a Dio il Lontano, Colui che doveva essere placato, il Terribile. In altre occasioni, Gesù precisò poi anche la forma di pregare. Gesù disse che era necessario pregare in continuazione. Raccontò una parabola per insegnare ai fedeli che bisogna pregare sempre, senza stancarsi(Luc.18,1-2). Nella stessa parabola dice che la vedova andava sempre da quel giudice malvagio e gli chiedeva di farle giustizia(Luc.18,3). Ed anche :”Quando tu vuoi pregare, va in camera e chiudi la porta”(Mat.6,6). “Non usate tante parole come fanno i pagani”(Mat.6,7).”Dio,vostro Padre, sa di che cosa avete bisogno”(Mat.6,8). Indicandoci una forma di pregare silenziosa, dimessa, contemplativa, fiduciosa.Quando si trattò di insegnare una preghiera comunitaria Cristo disse : “Fate questo in memoria di me”, affinchè la comunità riproponesse in forma liturgico-sacramentale lo stesso sacrificio fatto dal Cristo sul Calvario: l’ Eucaristia, la preghiera per eccellenza.Lungo i secoli lo Spirito Santo, che è l’anima e che fa scorrere la vita divina nelle membra di chi vive nel Corpo di Cristo (la Chiesa), ha portato la riflessione dei cristiani ad aspetti particolari della preghiera. Gesù aveva detto:”Ho ancora molte cose da dirvi ma ora sarebbe troppo per voi. Quando però verrà Lui , lo Spirito della Verità, vi guiderà verso tutta la Verità”(Giov.16,12-13). Da allora, il pensiero cristiano sulla preghiera si è sviluppato sotto l’influsso dello Spirito Santo. Cominciando da San Paolo, abbiamo una sconcertante affermazione : “Noi non sappiamo neppure come pregare mentre lo Spirito stesso prega Dio per noi, così con sospiri, che non possiamo spiegare a parole”(Rom.8,26b). Nella lettera di Giacomo, primo vescovo di Gerusalemme, abbiamo una specie di piccolo trattato sulla preghiera (Giac.1.4.5), facendoci vedere la proiezione sociale della preghiera: ”Pregate gli uni per gli altri perché possiate essere guariti….la preghiera del giusto è molto potente nella sua azione”(Giac.5,16b). La spiritualità cristiana data dallo Spirito Santo nei carismi ai numerosi santi e sante, ha arricchito la Chiesa di vari tipi di preghiera a seconda  della differente sensibilità delle persone.Per concludere, mi sento in dovere di presentare due tipi di preghiera che credo rispondano alle problematiche di questa nostra epoca moderna. Tutti viviamo una vita frenetica, piena di tante cose da fare , tante esigenze che ci tolgono il tempo e , tanto più, il tempo per pregare. La soluzione ci viene dai primitivi monaci dell’Egitto. All’inzio dell’era cristiana , essi facevano lunghe ore di preghiera con digiuni che mortificavano i loro corpi in tal modo che la stanchezza, prevalendo sulla buona volontà, li faceva cadere nel sonno e nella distrazione. Corsero ai ripari inventando quella che , in lingua latina, si chiama preghiera “iaculum” ossia giavellotto , così avemmo le “giaculatorie” , preghiere cortissime che illuminano con la Luce di Dio gli istanti quotidiani come flash , convertendo così l’oscurità della vita quotidiana in una luminosità di contatti frequentissimi con Dio.San Giovanni Bosco, fondatore di una comunità di apostoli attivi (i salesiani) che però dovevano essere anche contemplativi nell’azione, coniò per loro lo slogan :”Il lavoro è preghiera”. La tua maniera di pregare consiste nel lavorare, cosciente di continuare l’azione creatrice del Padre, migliorando la creazione con il lavoro manuale, di salvare il mondo con il tuo sacrificio e lo sforzo che il lavoro ti procura, unendo la tua malattia, il tuo dolore al dolore ed al sacrificio di Cristo che espia i nostri peccati sulla Croce , con gli occhi fissi alla meta dove l’Amore divino dello Spirito Santo ci condurrà, e dove Dio sarà tutto in tutti. Ecco una metodologia di preghiera che potrebbe servire a noi uomini e donne del duemila : il lavoro è preghiera e durante questo lavoro , “bombardare” la nostra quotidianità con continui pensieri che si rivolgano a Dio chiedendo la sua assistenza, ringraziandolo delle cose buone che ci ha dato e chiedendogli perdono delle cose non buone che abbiamo fatto. Questo è mettersi in contatto con Dio, questo è preghiera vitale. San Tommaso d’Aquino ha definito la preghiera:” Elevazione dell’anima a Dio”. Così sia.  

Ultimo aggiornamento ( luned́ 26 luglio 2010 )
 
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