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35 Domenica 13^ Tempo Ordinario (La scelta) rif. al 27/06/10 PDF Stampa E-mail

                       Tredicesima Domenica del Tempo Ordinario 

Dal Vangelo secondo Luca  (Lc 9,51-62)

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

                                      La scelta

Analizzando le tre letture di oggi, la prima ci presenta il fatto storico che Dio, tramite il suo profeta Elia, sceglie un nuovo profeta, Eliseo. Nel Vangelo, San Luca ci presenta alcuni aspetti che caratterizzano la scelta per Cristo. Nella terza c’è la riflessione di San Paolo che Dio ci ha fatti liberi , non per cadere nuovamente nella schivitù di qualsiasi tipo, bensì per svolgere un mutuo servizio ai fratelli.Riflettiamo sulla scelta che Dio fa di noi. La prima scelta è stata quella di chiamarci all’esistenza , ma non in serie come pezzi in una fabbrica industriale, ma bensì come idee sue specifiche , una differente dall’altra. “Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo per mezzo di Cristo” dice San Paolo (Efes. 1,4) , quando non esisteva ne il tempo, ne lo spazio , ne le cose. In quella dimensione incomprensibile per noi che denominiamo “eternità” , già esistevamo come progetto di Dio , che ci ha scelti prima della creazione del mondo. Così possiamo dire : “…che Dio ci ha scelti fin dal principio” (Efes. 1,14). Come il profeta Isaia possiamo dire :” Il Signore dal seno materno mi ha scelto” (Is. 49,1).In seguito c’è stata la realizzazione particolareggiata della scelta che Dio ha fatto su di noi in Cristo: “Voi siete stati uniti a Cristo nella sua morte , ora perciò appartenete a colui che è risuscitato dai morti , affinchè la vostra vita sia piena di opere buone, gradite  a Dio”(Rom. 7,4). Questa è stata la scelta di Dio su di noi, inserendoci nel Corpo Mistico del Cristo, mediante il battesimo.Nel Vangelo ,San Luca ci presenta una tipologia esemplare di varie scelte, e le condizioni che Cristo pone a queste scelte. Dobbiamo però partire da una “scelta base” che è stata detta da Gesù ai suoi apostoli : “ Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”(Giov. 15,16). E’ Cristo, quindi, che definisce le condizioni della scelta specifica alla sua sequela. Chi segue Cristo,come fanno gli apostoli, deve essere conforme  a Cristo: pensare, parlare, agire come Cristo. Ecco perché il Signore rimprovera i suoi discepoli ,nel Vangelo di oggi, che vogliono maledire e sterminare con il fuoco quel villaggio dei samaritani che non li hanno accolti. Veniamo ora ai tre casi di chiamata , di scelta per Cristo e di Cristo. Ad uno che era deciso a seguirlo ovunque, Cristo gli  prospetta l’essenzialità della vita di chi è chiamato alla sequela di Gesù. Questo significa vivere una vita senza cose superflue , senza quelle cose che il nostro pensiero umano ritiene necessarie: “ Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” dice Gesù (Luc. 9,58b). Chi vuole seguire Cristo, va incontro a questa precarietà della vita. Ad un altro , Gesù in persona lo chiama dicendogli :”Seguimi”, ed all’obiezione del convocato che gli rispondeva che doveva fare ancora alcune “cose buone” , Gesù precisa che la sequela di Cristo :”Non ammette dimora”. Ossia il seguire Cristo è un impegno specifico con un orientamento ben preciso , non solo di fare “cose buone”, ma  è necessario dedicarsi alle “opere del Cristo”. Abbiamo visto, negli Atti degli Apostoli (Cap. VI), che i primitivi apostoli, distratti dalle loro incombenze specifiche volute da Gesù, a causa del servizio delle mense dei bisognosi, decisero di stabilire l’ordine dei diaconi . Così poterono continuare ad impiegare il proprio tempo a pregare ed annunziare la parola di Dio.Per ultimo , a chi voleva seguirlo, ma dopo aver compiuto i suoi doveri verso quelli della propria famiglia, Gesù presenta la sua sequela come un netto distacco con il passato, che non deve condizionare la sua scelta . Lo invita a guardare sempre in avanti. Fratelli e sorelle , qual’è la nostra posizione in questo dinamismo di scelta? Partiamo sempre dalla Sacra Scrittura. (Giov. 4,8):“Dio, amore infinito,ci vuole salvi”; “e ci ha chiamanti e scelti in base al suo progetto di salvezza” (Rom.8,28b) ; “e ci ha chiamati alla libertà….ma non servitevi della libertà per i vostri comodi….lasciatevi guidare dall’Amore di Dio e fatevi servi gli uni degli altri” (Gal. 5,13) . Ecco il punto chiave : l’uso della nostra libertà per rispondere positivamente alla scelta che Dio ha fatto per noi. Lui ci vuole salvi e felici perché ci ama ; “Da sempre ci ha predestinati ad essere simili al Figlio suo” (Rom.8,28). Come dice Sant’Agostino : ”Dio che ti ha creato senza il tuo aiuto,non ti salverà senza la tua libera collaborazione”. In conclusione, fratelli e sorelle, tirando le somme di tutte queste frasi che manifestano il pensiero di Dio in questo processo di scelta, io, prima di tutto, devo convincermi che non sono un frutto del caso sballottato di qua e di la. Sono uno che Dio ha scelto per una missione,un obiettivo specifico. La sua infinita bontà mi ha messo ai cancelli dell’autostrada della salvezza che ha ,come capolinea, la mia piena felicità totale e definitiva. Dio ha comprato la macchina , pagato il pedaggio , ha rifornito il combustibile , introdotto il gps per l’orientamento , mi fa da copilota , ha posizionato la chiave di accenzione nel cruscotto ,ma aspetta che sia io a girare la chiave ed avviare la macchina per guidarla.Fratelli e sorelle, uscendo dal paragone, abbiamo un vescovo greco , San Gregorio della città di Nissa, che nel suo testo intitolato “L’ideale perfetto del cristiano” dice : “Tre sono gli elementi che manifestano la vita del cristiano: il pensiero, la parola e l’azione. E’ necessario perciò che ogni nostro pensiero, ogni nostra parola, ogni nostra azione ,sia indirizzata e regolata da quelle norme con le quali Cristo si è manifestato in modo da non fare nulla che sia differente da quanto ci indica quella norma sublime”. Fratelli e sorelle , continuando con quanto dice San Gregorio : ” Per non chiamarci falsamente cristiani,è necessario che la nostra vita ne offra la conferma e la testimonianza”. Ossia essere veri cristiani nei pensieri, nelle parole e nelle azioni. Ecco il saggio invito dei nostri grandi nella fede. Così sia.  

Ultimo aggiornamento ( sabato 26 giugno 2010 )
 
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