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32 Solennità del Corpus Domini rif. al 06/06/10 PDF Stampa E-mail

                                 Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

 Dal Vangelo secondo Luca  (Lc 9,11-17)

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

                        Solennità del Corpus Domini 

Anche oggi, fratelli e sorelle, dobbiamo iniziare le nostre riflessioni domenicali domandandoci : perché celebriamo la solennità del Corpus Domini proprio oggi ,eliminando la liturgia del tempo ordinario? Per dare una risposta a questa domanda, ci dobbiamo rifare alla storia della nascita di questa solennità.Questa solennità cominciò ad essere celebrata nei pressi di Liegi in Belgio verso la metà del 1200 .Viveva nella località di Mont Cornillon , nelle vicinanze di Liegi,una santa donna dedita alla cura dei malati nel lazzaretto. Questa donna , chiamata Giuliana , nel 1215 ebbe una visione nella quale vide il sole e la luna, luminosi, ma che avevano una brutta macchia nera che ne deturpava la bellezza. La santa donna non capisce il significato di ciò che ha visto, e prega intensamente il Signore perché le venga rivelato il significato di quella visione. Ed ecco che riceve la risposta a questa sua domanda : la macchia nera indica la mancanza, tra le feste dell’anno liturgico, di una festa dedicata esclusivamente alla presenza reale di Cristo nel Santissimo Sacramento dell’Eucarestia. Oltre a questa spiegazione , riceve la missione di far presente questa mancanza alle rispettive autorità ecclesiastiche. Giuliana, titubante e combattuta tra l’ordine ricevuto e la sua incapacità che non ne assicurava l’esito positivo, tormentata da questo dubbio interno, per venti anni rimanda l’esecuzione della missione ricevuta. Quando decide di comunicare la sua visione al vescovo di Liegi , questi , dopo aver consultato teologi e periti in materia , istituì la Festa del Corpo del Signore per la sua diocesi. Stabilì, inoltre , che venisse celebrata il giovedì successivo alla festa della Santissima Trinità. Ben presto questa stessa festa si estese alle diocesi vicine . Quando però , nell’anno 1246, divenne Papa un prelato della diocesi di Liegi che prese il nome di Urbano IV , questa festa fu estesa a tutta la cristianità e celebrata il giovedì seguente la festa della Santissima Trinità. A partire dalla seconda guerra mondiale però, con l’aumento del laicismo così detto “illuminista” ,anticlericale ed antireligioso, fu soppressa come festa civile . L’autorità ecclesiastica, per non perdere una opportunità così grande di riflessione sul mistero dell’eucarestia , dove la presenza di Cristo è la sua massima presenza tra noi, spostò dal giovedì alla domenica successiva la celebrazione della festa. Tutti i bravi cattolici sanno che il giorno per eccellenza dell’Eucarestia è il Giovedì Santo. In quell’Ultima Cena Gesù prese il pane e disse :”Prendete e mangiatene tutti,questo è il mio corpo” , poi prese una coppa di vino e disse :”Prendete e bevetene tutti, questo è il mio sangue”. Corpo e Sangue che il giorno dopo sarebbero stati sacrificati sulla Croce del Calvario in forma cruenta. Così Gesù misteriosamente,in forma sacramentale, in quell’ultima cena, celebrava in anticipo, in forma incruenta, il sacrificio cruento del Calvario. Alla fine della cena disse :”Fate questo in memoria di me” e con questo gesto istituì il sacramento del sacerdozio per i suoi apostoli , destinandoli a fare la stessa cosa che Lui aveva fatto. Nella lettera ai Corinzi (Cor. 11,23-26) Paolo aggiunge :”Fino a quando Lui sarebbe ritornato”. Dando così il potere agli apostoli di trasmettere ad altri, per generazione a venire, la capacità di consacrare il Pane ed il Vino come Lui stesso aveva fatto. Così oggi, noi qui , rendiamo presente l’unico ed irripetibile sacrificio di Cristo sul Calvario . Facciamo lo stesso gesto che Gesù fece nell’Ultima Cena , con la differenza che Lui rese presente sacramentalmente in anticipo il Sacrificio del Calvario , mentre che noi lo facciamo in forma posticipata.Con la celebrazione del Sacrificio della Santa Messa, con il ricevere questo sacramento partecipando al Sacrificio con la Comunione, noi crediamo nella presenza reale del Cristo. Dio , però, è presente tra di noi in varie maniere . E’ presente nella creazione (Cfr.Rom. 1, 19-21), è presente nella comunità :”Dove due o tre di voi si riuniscono nel mio nome , lì sarò presente io”(Mat.18,20) ; nei piccoli e nei poveri:”Ciò che avete fatto ad uno di questi fratelli lo avete fatto a me”(Mat.25,40-45) ; nella liturgia , come ci indica il documento “Sacrosanctum Concilium” (n.7) del Concilio Vaticano II :”Cristo è presente in forma specialissima nell’Eucarestia”. Cristo è presente nei Santi, ecc.Ma la forma misteriosamente e miracolosamente eccellente è la presenza reale , fisica in forma sacramentale, del Corpo di Cristo nell’Ostia Consacrata. I veri cristiani ,sono convinti delle varie forme di presenza di Dio tra noi, ma la richiesta fatta dal Signore alla beata Giuliana di Mont Cornillon , puntava ad evidenziare la presenza reale , ma fisica-sacramentale del Corpo del Signore (Corpus Domini) nell’ Eucarestia. Già dalla metà del 1200, si volle celebrare pubblicamente, questa stupenda e sorprendente presenza del Corpo del Signore Risorto mediante processioni pubbliche per le vie delle città cristiane. Poi dopo, lungo i secoli, con l’esposizione pubblica del Santissimo Sacramento per l’adorazione comunitaria, per la celebrazione delle quaranta ore, l’adorazione perpetua che si fa in certe chiese, i congressi eucaristici ecc. si misero in atto  tutte forme che vollero evidenziare , su questa linea di pensiero, la presenza reale di Cristo nel Santissimo Sacramento dell’Altare.Per noi è sano realismo renderci conto che il regime di cristianità è sparito in moltissime parti, o ne restano solo dei rimasugli. E’ necessario riflettere sui mezzi pastorali che sono stati ottimi per altri tempi, ma che oggi dicono poco o nulla, anzi, scatenano insofferenza e violente reazioni tra i non credenti . Questa festa, quindi, ci sollecita ad una intimità molto più profonda di quella che precedentemente abbiamo avuto, intimità con questa presenza reale del Cristo nell’Ostia Consacrata in modo che, illuminati e resi incandescenti di Luce, diventiamo ostensori noi stessi, realizzando una processione personale, quotidiana, in una adorazione perpetua nella famiglia , nel tempo libero, nell’ufficio , nella scuola , nell’ospedale , nella fabbrica , nella campagna , nel negozio, ovunque per poter stupire un mondo carente di Luce e di Amore.Gli altri devono percepire in noi un senso speciale della vita perché Cristo è presente in noi. Fratelli e sorelle , che missione ci affida il Signore ! Lui è la Nostra Vita ed è anche la Nostra Forza che porterà tutto a buon fine. Così sia.

Ultimo aggiornamento ( marted́ 01 giugno 2010 )
 
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