Home
Presentazione
Biografia
Pentagono della Sicurezza
Don Nicola con Noi
OMELIE Leggi
OMELIE AUDIO
Grazie Don Nicola
OMELIA Esequie
Ricordo Don Nicola
Catechesi sul Dolore
Contattaci
Scrivi un Messaggio
Collegamenti Web
Area Riservata
Cerca
20 Domenica 4^ di Quaresima (La gioia per le cose nuove) rif. al 14/03/10 PDF Stampa E-mail

                                      Quarta Domenica di Quaresima

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 15,1-3.11-32)

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
                                           

                                     La gioia per le cose nuove 

 Anticamente, specialmente nel medioevo, il digiuno quaresimale era molto rigoroso e le preghiere incessanti erano tutte concentrate su temi riguardanti il peccato, la confessione, la morte , il giudizio ,l’inferno,il paradiso, il dolore, il pentimento con la pratica della riflessione sulla passione e morte di Cristo, creavano un clima pesante di tristezza. I pastori della Chiesa , memori che uno degli antichi padri apostolici aveva scritto che vi erano due tipi di tristezza ,uno che porta a depressione, scoraggiamento,  disperazione e l’altro che ,facendoci riflettere sulla nostra debolezza, ci spinge ad affidarci alla potenza misericordiosa di Dio , presero  una decisione saggia.Per evitare che una tristezza di tipo negativo incidesse troppo fortemente sulla comunità cristiana, nel pieno della Quaresima, decisero di celebrare una domenica speciale che è questa  quarta del tempo di Quaresima.Cosa ha di speciale questa domenica? Questa è la domenica nella quale dobbiamo rallegrarci . Ci invitano a questo tutte le letture ed i brani delle parti liturgiche di oggi. Ecco che il canto iniziale, che prima si eseguiva in latino , dice : “Leatare Jerusalem” ossia :” Rallegrati Gerusalemme” e da questa introduzione della Sacra Liturgia ,questa domenica è stata denominata “Domenica Leatare”.Oggi è possibile lasciare il colore viola dei paramenti sacerdotali quaresimali ,sostituendolo con il colore rosa ; in altre parti è possibile persino adornare con fiori l’altare . Anche le letture di oggi sono state scelte per obbligarci a riflettere ed a guardare in avanti , verso la luce della Pasqua , verso la gioia . Questa è la domenica della “gioia” in mezzo alla tristezza della Quaresima. La prima lettura ci narra della fine dell’esodo e della Pasqua celebrata dagli Ebrei nella terra promessa. Per quaranta anni questo popolo aveva vagato attraverso le zone desertiche della penisola del Sinai. Morto Mosè , il suo luogotenente Giosuè guidò il popolo nella traversata del fiume Giordano e lo fece accampare nella pianura di Galgala. Era il primo mese del calendario ebraico , ed il quattordici di detto mese il popolo celebrò per la prima volta la Pasqua nella Terra Promessa . Ecco la caratteristica della gioia immensa del popolo.  Fino allora aveva festeggiato la Pasqua  nella speranza , ora festeggiava la Pasqua come nazione organizzata , con leggi proprie ricevute da Dio , finalmente aveva una terra propria  da abitare , la famosa Terra Promessa da Dio ad Abramo , Isacco, Giacobbe. La felicità e la gioia per la nuova situazione era al massimo nel popolo. Nel Vangelo di oggi abbiamo un'altra gioia , la gioia del padre che recupera un figlio che credeva perduto.Ogni giorno lo aveva aspettato e finalmente in quel benedetto e gioioso giorno lo può riabbracciare e  si affanna  per preparare la festa di accoglienza. Nemmeno le grettezze del fratello maggiore lo fanno desistere dal celebrare fastosamente e con immensa gioia l’aver ritrovato il figlio perduto: “ Era giusto fare festa e gioire per il ritorno di tuo fratello che era perduto ed è stato ritrovato”. Fratelli e sorelle , anche noi nella nostra Quaresima dobbiamo vivere la gioia del nostro ritorno nella Casa del Padre . Il fatto storico della pianura di Galgala , il racconto di una parabola inventata da Gesù, sono icone per noi. Anche per noi è finita la marcia di uscita dall’Egitto attraverso il deserto della nostra lontananza dalla Terra Promessa : la Casa del Padre. Anche per noi il Padre si rallegra accogliendoci tra le sue braccia perché ci ha riconciliati con sé mediante Cristo. Si fa festa perché le cose vecchie sono passate e ne sono nate di nuove.Questo è successo nel nostro battesimo e continua a succedere ogni volta che,pentendoci del nostro peccato mediante il sacramento della riconciliazione, torniamo alla Casa del Padre che è anche nostra. Concludendo. Se la nostra pratica quaresimale ci avesse portato ad una profonda riflessione sul nostro rapporto con Dio e come risultato ci sentissimo pentiti ,abbattuti e tristi per la nostra situazione spirituale,ricordiamoci di questa domenica della “gioia”.La nostra tristezza non deve essere negativa ,ma deve guardare alla luce gioiosa della vittoria di Cristo : alla Pasqua. ”Anche se il tuo cuore ti condanna , ricorda che Dio è più grande del tuo cuore” (1 Giov. 3,20 ) , perciò ascolta il grido di Paolo : “Vi supplichiamo ,lasciatevi riconciliare con Dio” , che oggi nella seconda lettura ci manda. Così finirà l’estenuante marcia nel deserto della vita e troverai le braccia aperte del Padre che ti accoglierà nella splendente luce della Pasqua .Così sia.

Ultimo aggiornamento ( sabato 13 marzo 2010 )
 
< Prec.   Pros. >