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17 Domenica 1^ di Quaresima (La Forza e' messa in moto) rif. al 21/02/10 |
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Prima Domenica di Quaresima Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,1-13)
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato. La Forza è messa in moto Mercoledì scorso abbiamo cominciato la Quaresima ed oggi ne celebriamo la prima domenica. Quaresima sono quaranta giorni di preparazione alla Pasqua e tecnicamente, nella liturgia, la Quaresima come l’Avvento sono chiamati “tempi forti”. La forza viene messa in moto dal richiamo di Dio a noi tutti per avvicinarci a Lui ;è la forza sacra della liturgia che fortemente insiste durante tutti questi giorni sull’aspetto della conversione , del digiuno, della preghiera e dell’elemosina. C’è anche una forza misteriosa che dipende dallo Spirito che insiste affinchè lo lasciamo operare in noi. Ecco il “tempo forte” . Per interpretare bene questo “tempo forte” e viverlo come si deve, vorrei far partire la nostra riflessione di quest’oggi dalla orazione iniziale della Messa, detta : “Colletta” . Si chiama “Colletta” perché il presidente della celebrazione eucaristica riunisce e raccoglie tutti i desideri espressi dai presenti che celebrano la Santa Messa insieme a lui , presentandoli ufficialmente a Dio in nome di tutta la comunità. Questo tempo di Quaresima è un segno visibile che vuole avere in sé una realtà interna invisibile che ci porta nel campo della quasi sacramentalità. Un segno di per sé non efficace ma dipendente dalla nostra volontà . Un segno che vuole ottenere la conversione, ossia un cambiamento. Un cambiamento per colui che non pratica , che è lontano dalla pratica cristiana e si rimette in carreggiata. Chi è già dentro alla pratica cristiana è invitato a migliorare la guida sicura aumentando l’avvicinamento e ottenendo un miglior rapporto con Gesù Cristo ed attraverso il Figlio,nell’amore dello Spirito Santo ,con il Padre che è nei cieli. Questa prima orazione , la “colletta”, ci dice anche il metodo da seguire che consiste nel crescere nella conoscenza del mistero di Dio. Qui può sorgere una obiezione : noi sappiamo già tutto su Cristo, perché approfondire , perché insistere su cose già tanto conosciute? Fratelli e sorelle ,Cristo è Dio fatto uomo che muore per noi sulla croce, che espia per noi, che ci salva e ci inserisce in una nuova creazione. Questo è un fatto così strabiliantemente portentoso e luminoso che ci acceca impedendoci di vederlo in tutta la sua profondità . E’ ciò che si chiama : “un mistero”, e in un mistero c’è sempre qualche nuovo aspetto da conoscere. In questa Quaresima, fratello e sorella, il Padre ti chiama a scoprire un aspetto nuovo del tuo rapporto con il Figlio suo Gesù , il Cristo, nell’amore dello Spirito Santo.Ecco quì la crescita nel mistero del Cristo. La seconda strada da seguire è quella di testimoniare questo mistero facendolo conoscere alla gente che ti circonda ma non è capace di percepirlo se non attraverso una metodologia visibile ed incisiva come quella dei primitivi cristiani : lo stupore provocato in coloro che non credono mediante la nostra degna condotta di vita.Così conclude precisamente la preghiera “colletta” della messa di oggi.Fratelli e sorelle, una degna condotta di vita si riferisce a tutti gli aspetti del nostro agire quotidiano. Il Vangelo di oggi, con le tre tentazioni vinte dal Cristo nel deserto, ci indica alcune zone comportamentali sulle quali dovremo concentrare i nostri sforzi quaresimali. Nella prima tentazione il maligno suggerisce al Signore di usare la potenza di Figlio di Dio per trasformare le pietre in pane. Dalla risposta di Gesù:”Non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”,scaturisce per noi il campo di conversione che il Signore ci propone : dobbiamo superare la stretta mentalità di una visione materialista dell’esistenza. Dobbiamo superare il materialismo in forma tale da aprirci alla trascendentalità spirituale di Dio ,alla quale siamo chiamati proprio da Dio stesso.Pensiamo alla parabola di Gesù del ricco che aveva fatto costruire nuovi capannoni per accumulare in essi il copioso raccolto di quell’annata.In quella notte ,l’angelo di Dio gli apparve e disse:”Stolto,stanotte morirai ; e di chi saranno tutte le ricchezze che hai accumulato?”.Fratelli e sorelle,il pensiero della nostra morte personale ci ridimensiona nella condotta della nostra vita. La seconda tentazione ci dice che nella nostra quotidianità dobbiamo superare , evitare la pretesa di una azione magica.Il maligno porta Gesù sulla parte più alta del tempio e gli dice :”Buttati , tanto tuo Padre manderà gli angeli per impedire di farti del male” , e Gesù risponde:”Non mettere alla prova Dio ,tuo padre”. Dall’alto delle torri,fratelli e sorelle, si scende normalmente per le scale che sono la forma più comune di comunicazione tra un livello e l’altro di un edificio. Non volere utilizzare i mezzi e le procedure che Dio ci ha dato e che ha fatto scoprire agli uomini per soluzionare i problemi , pretendere interventi miracolosi da parte di Dio affinchè ce li risolva, è una esigenza stolta. Quì ,ognuno di noi , analizzi le proprie richieste a Dio ; forse ci sarà ben più di una cosa da cambiare. Nella terza tentazione ci viene detto di correggere le nostre forme di idolatria. La parola idolatria deriva da due parole greche: ”Eidolon” e “Latria”. “Latria” significa adorazione , adorazione di “Eidolon” che significa oggetto ,manufatto dalle mani dell’uomo. Quindi idolatria è adorazione di un oggetto o di una persona che, con la nostra fantasia, abbiamo strutturato assolutizzandola , dando a questo elemento un valore assoluto al di sopra di tutti gli altri ,facendone un Dio per noi.Quando nella vita non possiamo fare a meno di tale oggetto o di tale persona, della droga, del sesso ,dell’alcol,della ricchezza,del potere,del dominio,del prestigio e diamo a questi elementi un valore assoluto che apparentemente ci soddisfano, salvo poi ritrovarci disillusi e vuoti ,vuol dire che abbiamo fatto di tutto ciò la nostra divinità . Sono i nostri dei che non sono per niente positivi ma sono solo falsa vanità. Ecco una zona che esige un nostro attento esame ed un punto di conversione. Per concludere , ricordiamo i mezzi che da secoli la Chiesa ci suggerisce per ottenere questi obiettivi che sono : preghiera ,digiuno ed elemosina. La preghiera è contatto con Dio nelle mille forme che a noi risultano possibili ,convenienti ed alle quali ci sentiamo inclini. Il digiuno è privazione di quei pesi ,sovrappesi materiali e spirituali che ci legano alla terra schiavizzandoci ,privandoci della nostra libertà. L’elemosina è la simbolica gestualità che dà a chi è in necessità,a chi ne ha bisogno, restituendo a Dio ciò che Lui ci ha dato. Ovviamente non lo possiamo fare alla pari ,perciò questo è un gesto simbolico, non possiamo contraccambiarlo nella misura come Lui ci ha dato ma almeno, con questo, dimostriamo la nostra riconoscenza.Fratelli e sorelle , questo è l’orizzonte di lavoro spirituale che ci presenta questa Quaresima, che abbiamo difronte durante questi quaranta giorni. Diamoci da fare perché questo è il tempo liturgico “forte”per approfondire questo lavoro e i giorni sono pochi. Così sia.
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Ultimo aggiornamento ( venerd́ 19 febbraio 2010 )
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