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56 Solennita' di Cristo Re rif. al 22/11/09 PDF Stampa E-mail

Trentaquattresima Domenica del Tempo Ordinario

 Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 18, 33b-37)

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giu­deo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno con­segnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
                               

                                   Solennità di Cristo Re

 Siamo arrivati al termine di quest’anno liturgico le cui letture domenicali formavano la cosiddetta sezione B. Dalla prossima domenica cominceremo un nuovo anno liturgico con le letture del blocco chiamato anno C. Questa festa di Cristo Re è come la coronazione dell’anno liturgico ed è stata messa qui appunto per questo, e su ciò dovremmo riflettere un po’ più profondamente. Questa festa  ha solo 81 anni di esistenza (è più giovane di chi vi parla!). Perché prima era sconosciuta, non si celebrava. Fu istituita dal Papa PioXI nell’anno 1925. Ma perché, ma come? La Chiesa non sapeva che Cristo era Re, dopo tanti secoli, dopo aver letto il Vangelo dove nell’annunciazione si diceva alla Madonna che il Bimbo che sarebbe nato da lei si sarebbe seduto come Re sul trono di Davide, e il suo regno non avrebbe mai avuto fine? Non conosceva il fatto che quando i Magi, arrivando a Gerusalemme, passarono dal re Erode chiedendo dove fosse nato il Re dei giudei? Quando Lui nella moltiplicazione dei pani e dei pesci fu perseguitato dalla gente perché volevano farlo re, e quando a  Pilato, il governatore,  al quale era stato consegnato dall’intelligentzia politico-religiosa del suo paese che gli aveva chiesto se egli fosse re, Gesù Cristo rispose che era proprio così, come lui diceva, che Lui era Re? Dunque tutto ciò è registrato nel Vangelo; ma allora come mai la Chiesa, avendo detto che questa era chiaramente una verità rivelata da Gesù in persona, arrivata a noi nella tradizione scritta e orale, della comunità ecclesiale, dichiarava che fosse un dogma da credere, una festa da celebrare solamente nel XX secolo? Perchè è arrivata così tardi? La risposta è questa: la Chiesa non è stata edificata da Cristo per “sfornare”  dogmi e verità da credere, in continuazione, ma è stata strutturata da Cristo per servire l’umanità, verso la salvezza, nei bisogni che man mano quest’umanità va presentando nella propria storia. La festa di Cristo Re fu stabilita proprio in questa prospettiva. Considerando il contesto storico, vediamo che dopo la prima Guerra Mondiale dal 1914 al 1918 era nato il comunismo, imposto come struttura statale nella Russia sovietica. In Italia, in Germania, in Spagna, si stavano formando sistemi totalitari di governo, con poteri veramente esosi e autoritari. Pretendevano di creare un mondo nuovo, costruito però da un “uomo nuovo”, “l’homo sovieticus collettivizzato”, “l’uomo ariano” che avrebbe dominato il mondo intero, “l’italica gens”, con la nostalgia dell’impero romano. L’uomo nuovo, insomma, il “superman del futuro” che avrebbe costruito, lui, il mondo. A questa follia di orizzonte planetario, la Chiesa, ligia al suo dovere verso la verità, dichiara che l’Uomo Nuovo è già stato realizzato in Gesù di Nazareth, Figlio di Dio Padre, il Messia che ha assunto la natura umana elevandola a una dignità insuperabile, facendo così di se stesso l’uomo perfetto, il Cristo, colui che è stato Unto, che è stato scelto. E giacchè la sua umanità è in contatto con la persona divina del Verbo, proprio per questo è veramente insuperabile, perciò, essendo lui il migliore, l’uomo insuperabile, è il primo, è il Re. Domandiamoci ora: quale Re? Quale Regno? Cristo è Re in quanto uomo, come si è detto sopra, essendo un essere umano composto di corpo e anima perfetti e questa fu la confessione fatta da Gesù stesso a Pilato che gli domandò: “Ma allora tu sei veramente re?” E Gesù rispose: “Così è, come tu lo dici”(cfr. Lc.28,3), ossia, “io per questo sono nato”, per essere l’Uomo Nuovo, per essere l’uomo migliore, per essere il primo della nuova umanità, la guida, il capo, il Re. Cristo è Re; ma di che tipo di regno? Nella sua risposta a Pilato Gesù precisò dicendo: “Ma il mio regno non è di questo mondo”(cfr. Giov. 18,29-38). Fratelli e sorelle, se così è nel pensiero espresso da Cristo, allora il regno di Cristo non si esercita nel tempo, che è legato alla materia, allo spazio di questo mondo; non è un regno territoriale, cioè legato a un determinato spazio materiale; non è economico, cioè basato sulla produzione e distribuzione, usufrutto delle risorse prodotte dal lavoro umano, che l’uomo esercita in questo mondo agendo sulla materia; non è culturale di per sé, risultato cioè di pensieri, riflessioni ed elucubrazioni umane, anche se la costruzione del regno di Cristo, basata sulla Rivelazione, incide sulla formazione di un tipo di cultura. Ebbene, cos’è questo regno? E’ un regno spirituale! Il regno di Cristo è la presenza dello Spirito di Cristo, lo Spirito Santo, “agàpe - amore”, in tutto il creato: uomini, donne, avvenimenti, strutture, ecc., della storia dell’umanità! Ma ora, fratelli e sorelle, come si costruisce questo regno? Due sono le parole chiave nella metodologia della costruzione del regno di Cristo: amore e servizio. Se il regno di Cristo è il predominio universale dell’agape, dell’amore cristiano in tutto e in tutti, se il regno di Cristo è la capillare presenza dello Spirito Santo, Amore Eterno del Padre verso il Figlio e del Figlio verso il Padre, nell’infinito dinamismo della Santissima Trinità, che permea l’umanità intera e il cosmo intero, allora risulta chiaro l’invito che Cristo, il vero Re di questo regno, fa a tutti i suoi: “Come il padre ha amato me, così anch’io ho amato voi; amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi!”(cfr. Giov. 15, 9 e 12). E questo si esplicita nella prassi di Cristo stesso e nostra. Lui ha detto: “Non sono venuto per essere servito ma per servire; colui che vuole primeggiare tra di voi sarà il servo di tutti; le autorità di questo mondo esigono di essere servite, ma tra di voi non sarà così”(cfr. Matt.20,25). Ecco ciò che dobbiamo fare! Concludendo: “Quale coinvolgimento c’è, per ognuno di noi, in questa realtà della regalità di Cristo, in questo suo regno?”. Nella riflessione teologica il nostro coinvolgimento, in questa caratteristica della regalità di Cristo, in questo suo regno, è essenziale. Come mai? Lui è il Re! Sì Lui è il Re, ma questo nostro coinvolgimento è essenziale perché è nato al momento stesso della nostra nascita alla vita cristiana, nel Battesimo. E’ lì che noi nasciamo con le stesse caratteristiche di Cristo, tra le quali c’è pure la “regalità”, il fatto cioè di essere re: detto con mentalità moderna, quello di essere “guide”, responsabili della conduzione di altre persone, di orientamento degli avvenimenti, delle strutture, ecc. Così l’uomo costruisce la storia. Cristo, Re e guida, ci chiama a guidare, a orientare a reggere verso di Lui le cose, l’umanità e il mondo che formano il mio, il tuo ambiente: la casa, dove devo guidare la mia famiglia; il lavoro, dove devo svolgere ciò che mi compete, orientando, servendo, aiutando i colleghi, gli amici, i coetanei, e questa è la vita cristiana che dobbiamo portare avanti! Insomma, tutto il da farsi nella nostra zona d’azione, senza sognarne altre, ma la zona d’azione nella quale Dio mi ha messo, perché lì devo essere lievito, per far lievitare tutta la massa che aspetta da me questa forza! Sono un piccolissimo seme, però ricordiamo le parabole del Cristo che disse: “Il chicco di grano seminato nella terra formerà lo stelo, la spiga, poi altri granelli…” e così il regno di Cristo si trasmetterà, si andrà costruendo lungo tutti i secoli della storia umana. E alla fine della storia umana, quando il Cristo ritornerà, in gloria e maestà, lo riceverà dalle mani nostre, di noi mietitori del Regno di Dio. Quindi il Cristo, quando alla fine del tempo verrà in “gloria e maestà”, prenderà questo nostro lavoro e lo consegnerà al Padre eterno; e così diventerà Regno di Dio, dove Dio sarà tutto in tutti.Che missione, fratelli e sorelle!Non lasciamocela scappare, e ringraziamo il Signore della gentilezza che ha avuto nell’invitarci a collaborare alla costruzione di questo suo regno, rendendoci conformi a Lui nel nostro Battesimo, come guide, re, orientatori e costruttori con Lui di un mondo nuovo! Così sia. 

Ultimo aggiornamento ( domenica 22 novembre 2009 )
 
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