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55 Domenica 33^ T.Ordinario (Il futuro e' gia' qui) rif. al 15/11/09 PDF Stampa E-mail

Trentatreesima Domenica del Tempo Ordinario


Dal vangelo secondo Marco (Mc 13, 24-32)

Disse Gesù ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà e la luna non darà più il suo splendore e gli astri si metteranno a cadere dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo. 
Dal fico imparate questa parabola: quando già il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l'estate è vicina; così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 
Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre». 
                                             

                                        Il futuro è già qui 

Celebriamo oggi l’ultima domenica dell’anno liturgico del ciclo B di letture. La prossima domenica festeggeremo la solennità di Cristo Re, che rappresenta la coronazione di tutto l’anno liturgico. Il tema di oggi si riferisce proprio alle ultime realtà della storia. Chi ha fatto il catechismo parecchi anni fa , sicuramente avrà sentito parlare dei “novissimi”, parola latina che indicava le ultime verità della nostra vita cristiana, “morte, giudizio, inferno, paradiso e fine del mondo”. Ecco, questo erano i “novissimi”, che in greco si esprimono con la parola “escaton”, che significa “termine, uscita, fine, conclusione”, che vuole dire, poi, appendice a qualcosa di principale. I pensatori cristiani, soprattutto i teologi, hanno riflettuto seriamente su quest’aspetto, che sono le ultime verità che veramente interessano la nostra vita cristiana: “morte, inferno, giudizio, paradiso e fine del mondo”. Noi cristiani, generalmente, nel nostro immaginario collettivo, pensiamo alla vita cristiana come a un fatto che si prolunga durante un determinato tempo, che però poi arriva alla fine e precipita, perché finisce la storia sia personale che di tutta l’umanità. Precipita, e si entra in una situazione nuova, assolutamente differente, la vita che noi cristiani chiamiamo eterna. Dunque, come dicevo, i pensatori cristiani, specialmente i teologi, hanno riflettuto su quest’aspetto, hanno ritoccato un po’quest’idea che forse è bene che noi prendiamo in considerazione. Mi rifaccio, per esempio, a ciò che scrive un teologo tedesco, il quale sostiene che la vita cristiana stessa, il cristianesimo, è già escatologia, ossia è gia realizzazione delle situazioni finali. Perché? Perché, vedete, nel pensiero cristiano il “punto clou”, il fine fondamentale della storia di Dio nella nostra storia, dell’ inserimento della storia della salvezza di Dio nella nostra storia, è la Risurrezione. E questo è già successo. La morte e Risurrezione del Cristo ha posto fine a un periodo della storia e ha aperto immediatamente una nuova situazione, ha aperto i “tempi nuovi”, che sono già stati inaugurati proprio dalla Risurrezione del Cristo. E da allora, però, comincia un processo di inserimento in questi tempi nuovi, per noi che siamo ancora nel “tempo antico”. Abbiamo già, fin d’ora, il seme delle realtà future, e questo seme che ci ha dato il Cristo con la Risurrezione è lo Spirito Santo. Dicevamo domenica scorsa che la “speranza” è uno dei “sensi” che ci permettono di vivere da cristiani, uno strumento essenziale della nostra vita cristiana, per vivere da cristiani. Perciò è bene già pensare che questa speranza non è un’aspettativa che sta tranquilla, in attesa di qualcosa. Questa speranza è la sicurezza, basata sulla fede, che mi spinge all’azione, perché siamo “già stati salvati nella speranza”, come dice Paolo, e oggi come oggi “noi siamo già nei tempi nuovi”, abbiamo già ricevuto quel seme che ho detto, lo Spirito Santo, che ci spinge all’azione, all’impegno, alla costruzione dei tempi nuovi per tutta l’umanità, perché il “futuro è gia qui”, lo sto già vivendo perché Cristo è già risorto. Ed io sono un “membro” di quel Corpo Mistico il cui Capo è già risorto.Ebbene allora, fratelli e sorelle, io come membro della Chiesa ho il compito di far sì che la mia realtà passi, ossia che io viva la Pasqua, passando come è passato Cristo nella sua Pasqua, da una vita a un altro tipo di Vita. Così io dovrei passare da una vita di uomo vecchio a quella di “uomo nuovo”, nel mondo nuovo, nella nuova creazione, realizzando così la mia Pasqua! E questo lo devo fare personalmente. Cambiano allora alcune forme di pensare che ho. Se io devo “fare la pasqua”, se “devo passare”, non mi posso “fissare” sul momento che sono qui, perché non ho qui una dimora stabile, sono un viandante, che pone un passo dopo l’altro che mi fa andare sempre in un nuovo posto, per la via che mi conduce verso la definitiva situazione mia. Allora, se sono un viandante, non costruisco la mia casa sul sentiero, al massimo userò una tenda, che posso montare e smontare rapidamente. Non sono un proprietario, sono un viandante: tutto ciò di cui usufruisco non è mio e alla fine del viaggio dovrò rendere conto di tutto questo. Devo acquisire, perciò, la mentalità dell’amministratore di tutto quel che sono, di tutto quel che ho, capacità intellettuali, fisiche, morali, sociali, ruoli di cui devo rendere conto personalmente, che mi sono stati dati, che ho da svolgere nella storia che mi è toccata di vivere. E tutto questo su un piano personale, ma ho anche un dovere a livello sociale. Oltre che a “far Pasqua” per me stesso, io devo “far fare pasqua”, devo “far fare il passaggio all’universo intero”. Devo, a livello delle comunità alle quali appartengo, sforzarmi, lottare nella speranza per far sì che il mondo intero diventi  il “mondo nuovo”, i “nuovi cieli” e la “terra nuova”, come dice l’Apocalisse. Questo non è poesia, fratelli e sorelle, ma è ciò che ci richiede la Sacra Scrittura! Lo vediamo nella Rivelazione! La lettera di San Paolo ai Romani dice: “Tutto l’universo aspetta con grande impazienza il momento in cui rivelerà il vero volto dei suoi figli”(cfr. Rom. 8,19-22), vuol dire che questo volto ancora non l’abbiamo, lo stiamo costruendo nel momento in cui accettiamo il lavoro di Dio in noi. Perché l’universo intero aspetta la rivelazione della nostra vera realtà, aspetta praticamente la nostra Pasqua personale, la Pasqua della comunità degli uomini. Continua Paolo: “Perché il creato intero è stato condannato a non avere senso, non perché esso lo abbia voluto, ma a causa di chi ve lo ha trascinato”(ibidem). Che vuol dire questo “non avere senso”? Dio aveva creato il mondo perfetto nel suo ordine. Che vuol dire “perfetto nel suo ordine”? Vuol dire che ogni cosa aveva un ruolo determinato e che svolgeva tale ruolo per il beneficio di tutto l’insieme. Ecco allora che l’esistenza di tutte le cose nel cosmo aveva un senso! Con il peccato originale gli uomini primitivi hanno rovinato tutta la situazione, ed è tutto precipitato nella catastrofe, e le cose non hanno avuto più senso, non hanno svolto più il loro ruolo per il beneficio dell’insieme. Continua San Paolo: “Vi è però una speranza: anche l’universo intero sarà liberato dal potere della corruzione per partecipare alla felicità dei figli di Dio”(ibidem). Fratelli e sorelle, allora, il nostro lavoro di “Pasqua personale”, di trasformazione personale è un lavoro che deve produrre anche la “Pasqua”, il passaggio dell’universo intero verso cieli nuovi, terre nuove, verso il mondo nuovo, verso la nuova creazione. E Paolo continua ancora, ad esempio, nella lettera agli Efesini, dove dice: “Così Dio conduce la storia al suo compimento, riunisce tutte le cose, quelle del cielo e quelle della terra, sotto un unico capo che è Cristo”(cfr. Efes. 1,9), il quale nel fatto unico della sua Risurrezione ha gia dato inizio alle cose nuovissime, alle cose ultime e definitive, è cominciata già la riunione di tutte le cose, e noi siamo chiamati a collaborare in questa azione. Per questo siamo stati battezzati. Nella lettera ai Colossesi Paolo ricorda ai suoi fratelli cristiani che prega per loro e dice: “Chiedo a Dio di farvi comprendere a quale traguardo egli vi chiama, così potrete conoscere la grandiosa ricchezza che egli ha preparato per quelli che sono suoi”(Col. 1,16-18). Fratelli e sorelle, ci ha chiamati ad essere cristiani, ci ha aperto gli orizzonti della nuova creazione, ci ha invitati ad essere trasformatori del cosmo, far vivere al cosmo la “Pasqua”, migliorando con il lavoro, con lo studio, con la tecnica, con il progresso e con tutto ciò che è a nostra disposizione la trasformazione di questo mondo in un mondo nuovo. Convinciamoci, fratelli e sorelle, nel Battesimo Cristo ci ha inseriti già nel mondo nuovo della sua Risurrezione anche se in forma di germe. Il chicco non è ancora la spiga, la ghianda non è ancora la quercia, ma la nostra vita da cristiani è proprio un inserimento misterioso nella Risurrezione del Cristo che ha già cominciato, qui ed ora, il passaggio. Ha già cominciato a riunire i pezzi dispersi, separati dell’umanità; ed invita ognuno di noi a ricomporre quest’umanità con tutti gli altri affinché alla fine di questo lavoro minuzioso anche il cosmo intero sia ristrutturato, si costruirà così una nuova umanità nel Cristo risorto. Lasciamoci inserire in quell’umanità nuova, collaboriamo nella  sua costruzione, è il senso della nostra vita comunitaria e personale di cristiani, è questo il senso che Dio ha dato alla nostra esistenza, qualunque gesto, qualunque impegno in questo senso, per piccolo che sia, ha un suo valore, è inserito nel piano di ricostruzione di Dio. Rimani al tuo posto, accetta ciò che Dio ha voluto per te, il posto dove Lui ti ha inserito nel suo progetto di salvezza, in qualunque cosa che ti compete di fare, e così trasmetterai il tuo passaggio, la “tua pasqua personale” al mondo nuovo e entrerai sempre più profondamente nella nuova creazione, ma allo stesso tempo “farai fare pasqua” verso i cieli nuovi, terre nuove, all’universo intero. E’ un orizzonte veramente entusiasmante! Così sia.   

Ultimo aggiornamento ( domenica 15 novembre 2009 )
 
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