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30 Domenica di Pentecoste rif. al 31/05/09 PDF Stampa E-mail

Domenica di Pentecoste

 Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 15, 26-27; 16, 12-15)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
 

                                      Domenica di Pentecoste 

Carissimi amici, fratelli e sorelle in Cristo! Eccoci arrivati alla solennissima festività della Pentecoste che nella liturgia cattolica ha la stessa importanza della Pasqua. L’anno liturgico è composto da tre grandi periodi che celebrano l’intervento di Dio nella storia dell’uomo. L’Avvento, che va verso l’ incarnazione del Verbo, ciclo dedicato al Padre al quale si attribuisce in forma  specifica la creazione. Dal Natale alla Pasqua si celebra il processo della salvezza: con l’incarnazione, passione , morte e risurrezione del Figlio viene redenta l’umanità ed è aperta ad un orizzonte immenso. In questa terza fase celebriamo la Pentecoste, che è attribuita specificatamente allo Spirito Santo che è l’anima, l’energia, il combustibile di questa comunità, - la Chiesa-,  realtà che marcia verso la divinità! Il processo di questa terza fase si chiama “divinificazione” o “divinizzazione”, la “Theopoiesis” degli ortodossi. Noi, latini occidentali, diamo a questo poca importanza, ma le teologie dei nostri fratelli orientali, ortodossi di ogni specie, come detto, chiamano questo processo “theopoièsis” parola greca composta da due parole che si traducono con “costruire Dio in noi”, far si che Dio penetri nell’umanità. Fratelli e sorelle, lo Spirito Santo è l’anima di questo corpo. E’ Lui che costruisce in noi la presenza divina secondo le possibilità di una creatura e ci fa orientare verso la casa del Padre. Come mai questa festa è chiamata Pentecoste? Si chiama così perché nel testo greco si racconta che gli apostoli hanno ricevuto lo Spirito Santo cinquanta giorni dopo la Pasqua. In quel giorno erano riuniti insieme. Perché proprio cinquanta giorni dopo la Pasqua? Il motivo va cercato nel fatto che l’evento si inserisce nella festa ebraica dell’Asserèt, la festa del “ringraziamento”. A quella latitudine, dove fa più caldo che da noi, già le messi erano mature, e già erano iniziate le prime mietiture. La legge ebraica disponeva che in quel giorno si portassero mannelli di grano, orzo e altri cereali e si sventolassero nel tempio alla presenza di Dio, come ringraziamento. In quel giorno gli apostoli per paura degli ebrei erano riuniti in casa; ed ecco che è avvenuto quanto abbiamo letto nella prima lettura . Siccome “cinquanta giorni” in greco si dice “pentecostai emerai” cioè “cinquanta giornate”, così a noi è arrivato questo nome di Pentecoste. Purtroppo però questa festa dello Spirito Santo nella nostra realtà ecclesiale è debole; tant’è vero che molti pastori e teologi hanno chiamato lo Spirito Santo “il divino sconosciuto dai cristiani”. Uno dei nostri sacerdoti di Latina che molti di voi hanno conosciuto, don Francesco Lambiasi, attuale vescovo della diocesi di Rimini, che ha insegnato in questa città, ha scritto dopo il Vaticano II un articolo molto interessante che ho trovato sulla rivista “Jesus”. Il titolo era “Ben tornato Spirito Santo”. Era come se l’avessimo lasciato perdere o perduto, perché nella devozione dei cattolici quasi tutto era centrato sul Cristo e sulla Madonna. Chi è questo Spirito Santo? Vedete, Dio non è un vecchio barbone, l’ultimo della serie degli esseri. No! Lui è il Trascendente, colui che è fuori dal sistema. Però non è nemmeno una unica persona: Dio è una Comunità: la comunità nella quale c’è un’Origine e dalla quale tutto comincia, un Originato perfettamente uguale all’Origine perché niente è imperfetto nell’infinita perfezione. E l’Originato che procede per “generazione” è il Figlio infinitamente perfetto come il Padre che lo genera. L’unica differenza è che uno è l’Origine, l’altro l’Originato; questo lo sappiamo da Gesù Cristo che ci ha detto di chiamare il suo “origine” Padre e Lui si è chiamato Figlio. Allora queste due persone vincolate tra di loro da un processo generativo si comprendono, si amano di un Amore Infinito.  E’ un flusso d’Amore esistente tra Padre e Figlio e tra Figlio e Padre: questo è lo Spirito Santo. In noi l’amore va su e giù, nasce e muore, invece lì, nell’infinita perfezione della divinità, l’amore è perfetto, non ha sbalzi, è dono completo, totale, assoluto tra le due Persone, così grande che diventa una terza Persona che si differenzia dalle altre due solamente per il fatto di essere “Interscambio” tra di loro. Questo è lo Spirito Santo! La nostra iconografia cristiana ci mostra figure dello Spirito Santo come la colomba, le fiammelle di fuoco, il vento impetuoso, per indicare qualcosa di veramente potente che però sempre ci sfugge. Lo Spirito Santo è l’infinita energia d’Amore della divinità che è Persona, come il Padre e il Figlio. Nella seconda lettura (cfr. 1 Cor.12) ci viene detto che questo Spirito Santo è il motore di quest’enorme movimento, è l’anima di questo corpo del quale Cristo è la testa per portarci verso la casa del Padre, divinizzandoci, cioè facendoci suoi figli. Ciò significa avere la stessa Vita del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Questa è la vita cristiana, fratelli e sorelle! Questa, però, non è a livello industriale, uniforme, come in una catena di montaggio. Il vescovo S. Cirillo di Gerusalemme in una sua catechesi fa questi paragoni: “Quando l’acqua cade dal cielo, bagna la palma e la palma ci da i datteri, bagna la vite e quella ci da l’uva, bagna il fico e questo ci da i fichi”. Cioè lo Spirito Santo “acqua” si adatta ad ognuno di noi e ci fa dare “frutti” diversi. Potremmo dire anche,con un paragone più fisico, che il contenitore è quello che da la forma alla presenza dello Spirito Santo in noi. Come il liquido si adatta al contenitore così, se tu sei un immenso contenitore, lo Spirito Santo ti riempie in pieno: ecco la nostra libera collaborazione. Vedremo alla fine come Paolo ce lo dice nella lettera ai Galati: “Lasciatevi guidare dallo Spirito, perché è lui che vi darà i frutti”(cfr. Gal. 5,16). Questo Spirito, dunque, si adatta ad ognuno di noi, dà doni diversi ad ognuno di noi e la catechesi cattolica ha preso la frase del profeta Isaia per classificare “i doni dello Spirito Santo” come quelli che Yahweh ha dato al suo Servo, ossia al Messia. Questi doni ( cfr. Is. 11,2) sono: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza e timor di Dio, che è rispetto reverenziale che ha la sua fonte nell’amore e l’amore è indicato con la parola “pietas”, che in latino vuol dire “l’amore filiale dei figli verso il padre”. Il concetto di “pietà” con questo senso è stato aggiunto nel catechismo. Adesso non è il momento adatto per parlare degli influssi che hanno questi doni, ma in genere possiamo dire che essi aumentano in noi le grandi capacità che abbiamo ricevuto: la fede come la capacità di vedere come Dio vede, la speranza che è la sicurezza della vittoria finale perché Dio vincerà il male, e poi la carità che costruisce un mondo nuovo basato sull’amore. Questi doni che noi abbiamo ricevuto nel Battesimo, regalati da Dio come capacità, devono svilupparsi, e allora hanno bisogno dell’educazione portata avanti da noi. Però non basta quella che noi diamo ai nostri bambini per crescere ed ecco allora che con la Cresima, ossia l’infusione dello Spirito Santo, queste creature acquisiscono una facilità speciale per poter vedere con più fede, una facilità speciale per crescere nella speranza e agire con la carità a seconda del proprio carattere. Ecco il rispetto enorme che Dio ha verso la nostra personalità! Tutto ciò, allora, che frutto produce? Ce lo dice anche la Sacra Scrittura; nella lettera ai Galati (cfr. Gal. 5,22-23) Paolo dice che i frutti dello Spirito sono: amore, pace, gioia, pazienza, benevolenza, e bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé, ossia abbiamo le capacità ricevute da Dio come dono che si sviluppano attraverso l’educazione, la comunicazione, la conoscenza, la pratica. Ma la “tecnicità atletica” in questo ce la dà lo Spirito Santo, perché facilita la possibilità di esercitare queste capacità, chiamate virtù teologali: fede , speranza e carità, come pure giustizia, fortezza, temperanza, la prudenza e le altre virtù morali. Qui concludo, suggerendo che queste sono griglie che la Chiesa ci offre per analizzare il grado di presenza dello Spirito Santo in te. Che grado d’amore hai tu verso i tuoi e verso il prossimo? Con che tranquillità ti confronti con le difficoltà della vita? Che grado di gioia spargi attorno a te? Come sopporti con pazienza le difficoltà inerenti alla vita? Che benevolenza hai verso il prossimo che sbaglia? Che bontà hai verso chi ha bisogno dei tuoi servizi? Con che fedeltà osservi i tuoi doveri? Con quale pazienza ti confronti con gli errori degli altri e che dominio hai di te stesso? Fratelli e sorelle questa è la graduatoria che lo Spirito Santo ci suggerisce, e di lì noi possiamo intravedere se Lui è più o meno presente in noi. Quanto più apriamo le porte e le finestre allo Spirito Santo più Lui ci inonda di luce e di calore, di amore, bontà e bellezza. Ecco perché Paolo ci dice: “Lasciatevi guidare dallo Spirito”(cfr. Gal. 5,16)  perchè non è il mio “atletismo spirituale “che mi da le virtù, le capacità che mi fanno santo, ma la potenza energetica dell’Amore Infinito di Dio, lo Spirito Santo. Tu hai la libertà di dire di sì o di no, di aprire la porta o chiuderla. Tu sei già inserito in un immenso progetto di salvezza di Dio e se il tuo progetto è in accordo con quello di Dio, sicuramente funziona; se invece vuoi imporre le tue idee, allora siamo perduti, te lo rigetta indietro e ti riporta sul suo progetto di salvezza, come vuole la sua infinita bontà. Lasciatevi guidare dallo Spirito e non seguirete così i dettami del vostro egoismo! Così sia.    

Ultimo aggiornamento ( sabato 30 maggio 2009 )
 
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