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10 Domenica 1^ T. Ordinario (Il Battesimo di Cristo) rif. al 11/01/09 PDF Stampa E-mail

Prima Domenica del Tempo Ordinario

Il Battesimo di Cristo
Dal vangelo secondo Marco (Mc 1, 7-11)

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento». 

                                        Il Battesimo di Cristo 

 Coloro che sono un po’ addentro alle cose sacerdotali e liturgiche sapranno che i sacerdoti devono recitare ogni giorno il cosiddetto breviario, composto da una sequenza di ore. All’inizio di ognuna di esse, c’è un inno. Stamane, all’inizio della prima ora del mattino, c’era un inno molto interessante che però poteva far insorgere qualche perplessità. Diceva così: “Oggi, nel Giordano, è stato battezzato Cristo il Signore; oggi i Magi sono arrivati a Betlemme e hanno portato i doni al Re dei re; oggi Cristo a Cana ha cambiato l’acqua in vino”.Come mai, i Magi vennero quando il Bambino era piccolo, il Battesimo di Cristo fu fatto quando lui aveva trent’anni e la conversione dell’acqua in vino avvenne quando Cristo cominciò la sua missione, subito dopo il Battesimo? Come mai sono stati messi insieme questi avvenimenti?La spiegazione consiste in questo: anticamente la Chiesa celebrava un’unica festa che si chiamava “Festa della Rivelazione”, la vera “Epifania”, la vera manifestazione di Dio agli uomini. Si era manifestato prima ai pastori, gente semplice del popolo ebraico; poi ai Magi che erano stranieri e per di più intellettuali; nel Giordano si manifestava al popolo minuto che aveva accettato la venuta del Messia; a Cana si manifestò ai suoi discepoli. Difatti il vangelo dice: “E immediatamente dopo il miracolo di Cana, i suoi  discepoli credettero in lui”(Giov. 2,11).Poi, nei secoli, la Chiesa credette bene di separare queste tre festività, ed oggi noi celebriamo esclusivamente la “Festa del Battesimo del Signore” pur rimanendo alcuni residui del passato, specialmente nelle preghiere e negli inni, di quell’antica festa della “Manifestazione del Signore”.Ebbene, oggi dobbiamo riflettere sul Battesimo, perché dice il Vangelo, “sulle rive del Giordano Giovanni battezzava”(Luc. 3,passim). Ecco il tema della nostra riflessione. Sentendo la parola “battesimo” noi pensiamo al nostro Battesimo. Ed allora qui bisogna fare un po’ di ”pulizia” in quanto all’uso delle parole.Battezzare, cosa vuol dire? Battezzare è una parola che deriva dal greco “bàpto”= sommergo; “baptìzo”, sommergo varie volte. Questo fatto dell’immersione in un liquido e anche aspersione con un liquido, acqua, sangue, latte, ecc. è un elemento comune a tante culture e porta con sé la connotazione di purificazione in vista di un evento di tipo superiore. Questo è presente nell’immaginario collettivo di tutta l’umanità.Ebbene, prima di Giovanni il battesimo esisteva già, con il concetto di “purificazione mediante un’immersione in un liquido”. Ma, allora, il battesimo di Giovanni che cos’era? Lo si può paragonare al Battesimo che noi abbiamo ricevuto nella chiesa cattolica, nelle nostre parrocchie, che si continua a dare in tutte le nostre chiese?La risposta ce la dà lo stesso Giovanni. Dice: “Io vi battezzo in acqua, ma dopo di me verrà uno che vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. La differenza per quello che disse Giovanni esiste, ed è anche grande, più della differenza tra acqua e fuoco. Perciò, tanto per farcelo intuire, Giovanni mette sui piatti della bilancia l’acqua e il fuoco, per farci vedere che c’è una sostanziale differenza tra il battesimo che lui dà e il Battesimo che darà il Messia che verrà.Uscendo dal paragone acqua e fuoco, vediamo di esporre come stanno in rapporto tra di loro il rito, le conseguenze e il valore di ognuno dei due battesimi.Per prima cosa: il battesimo di Giovanni si faceva con acqua, come pure il nostro, ed indicava “purificazione”come anche il nostro, ecc; e ci sono molte cose simili.Ma la differenza sta nel fatto che il battesimo di Giovanni era solamente un segno di accettazione per prepararsi a ricevere il Messia che doveva venire. Giovanni predicava dicendo: “Convertitevi!”, ma il suo battesimo di per sé non poteva perdonare la situazione di peccato nella quale nasciamo, non ne aveva la forza! Allora perché predicava la conversione dai peccati? Perché, dalle parole di Giovanni circa il battesimo, come ritualità simbolica di purificazione, pulizia che l’acqua versata sul corpo indicava, era possibile, in quel clima comunitario, che questo creasse una tensione spirituale, potesse far scattare in alcuni cuori di peccatori la condizione basilare per il perdono, ossia  il pentimento e promettere di non farlo ancora, condizione indispensabile perchè il peccato sia perdonato. In tale caso Dio perdonava allora, perdona adesso e perdonerà sempre i peccati di coloro che nella profondità del cuore si pentono e decidono di cambiare vita. Quindi Dio perdonava allora direttamente il peccatore e il battesimo di Giovanni era solo uno strumento che poteva provocare il pentimento, ma il perdono derivava direttamente da Dio.Nel Battesimo che Cristo ordinò agli Apostoli di dare, le cose sono abbastanza diverse. Il Battesimo che Cristo consegnò ai suoi Apostoli, dicendo loro: “Andate, battezzate”, ha il potere di perdonare direttamente il peccato.Come mai? Qui entriamo in una zona di mistero. Perchè come dice il Vaticano II: “Quando nella chiesa si battezza è Cristo che battezza”, è Lui che con la sua onnipotente forza divina può distruggere il peccato, è lui che ci sommerge nella sua morte, come dice Paolo, e basta che lo si accetti liberamente, con libertà personale o con libertà vicaria da parte dei genitori del battezzando(cfr. Vat.II, “Sacr.Conc.”n.7).Ecco qui il punto differenziale assoluto tra il battesimo di Giovanni e il Battesimo di Gesù Cristo, che è fatto dallo stesso Gesù Cristo, servendosi, però, di mediatori come i sacerdoti.Sappiamo benissimo però che in caso di necessità un cristiano qualsiasi può  battezzare avendo l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa.Ora iniziamo a riflettere sul misterioso dinamismo del Battesimo di Cristo, quel battesimo che noi abbiamo ricevuto e qui siamo coinvolti direttamente, in prima persona.San Paolo alludendo al Battesimo dice che “mediante il battesimo siamo stati sepolti nella morte di Cristo”(Rom. 6,4): questo equivale a dire che noi siamo morti! E la morte è la distruzione! Perciò nel nostro Battesimo siamo stati distrutti! Ma che cosa è stato distrutto in noi se il bambino è tutto intero e continua a piangere quando lo portano via? Fratelli e sorelle, siamo stati distrutti nella nostra struttura di peccato, nella parte intima, psicospirituale! Quella parte che tutti abbiamo ereditato, come frutti di un seme avariato, che sono stati i nostri progenitori. Una struttura di peccato che ci colloca lontani da Dio e dalla felicità. Però il Battesimo è anche emersione verso la Vita Nuova di Cristo risorto. Perciò noi, nel Battesimo, oltre che a distruggere la struttura di peccato, nasciamo a una nuova vita spirituale che, con la comunicazione dello Spirito Santo, ci lega in un rapporto strettissimo con Cristo vivo dal quale riceviamo la Vita divina! Questa è l’essenza della Vita cristiana: la Vita divina in noi, come la può vivere una creatura. Cristo risorto ci chiama e ci da una nuova forma di vita. Ricordiamoci bene che Cristo è risorto, non è ritornato alla vita di prima che lo avrebbe portato nuovamente a morire: è entrato in una nuova dimensione, dove la morte non ha più potere.Questo rapporto con Cristo, principio della Nuova Vita che noi riceviamo da lui, fa sì che tutti noi ci colleghiamo in un unico corpo di membra vive che ricevono la Vita dal loro capo, da Gesù, il Cristo, Risorto e Vivo per sempre.Fratelli e sorelle, il Battesimo non è allora un fatto semplicemente superficiale, esterno, accidentale nella nostra esistenza: è un fatto essenziale,”ontologico”, che ci cambia nell’essenza del nostro essere, ci fa diventare nuove creature, di un’altra dimensione. Le conseguenze sono moltissime, però ricordiamo un solo concetto. Nell’anno 1436 un greco, al mercato del pesce di Instanbul, che allora si chiamava Costantinopoli, trova dei fogli scritti in greco che lui capisce molto bene e intuisce che lì sotto c’è qualcosa di veramente importante e compra tutte le pergamene che questo pescivendolo aveva sul suo bancone per avvolgere il pesce venduto e le porta ad alcuni monaci i quali trascrivono, ne fanno altre copie che poi sono arrivate fino a noi. Questo documento, che è dei primissimi secoli della Chiesa, si chiama “La lettera a Diogneto”, ed è una lettera che un cristiano scrive a un suo amico pagano di nome Diogneto nella quale racconta chi sono i cristiani, in che cosa sono uguali e in che cosa si differenziano dagli altri, con molti esempi. Ma la cosa sostanziale, la tesi che sostiene questo bravo cristiano è questa: il cristiano nella vita quotidiana non si differenzia da altri pagani, da coloro che vivono nella stessa situazione. Il cristiano vive in questo mondo come tutti gli altri, ma non appartiene a questo mondo, è in marcia verso un altro mondo, e perciò alcune cose che i pagani fanno i cristiani non le faranno mai perché sono in contraddizione con la loro scelta di vita.Ecco, fratelli e sorelle, praticamente è questo che dobbiamo metterci bene in testa e nel cuore: il cristianesimo non è una filosofia, non è una scuola di pensiero, non è una scuola di morale, di etica, una forma determinata di comportamento. Sostanzialmente, ontologicamente, nella linea dell’essere, il cristianesimo è una nuova forma di esistenza, una Nuova Vita, è la misteriosa e stupenda maniera di presenza di Dio che è già in tutti noi come figli suoi. Perciò il nostro obiettivo è quello di scoprire in ogni istante della vita la presenza di Dio, “teologizzare” la nostra vita. E vivere da cristiani è proprio questo: vivere in questo mistero scoprendo passo dopo passo, sotto l’azione dello Spirito Santo, la presenza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in noi. Così sia.  

Ultimo aggiornamento ( domenica 11 gennaio 2009 )
 
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